Calcio Lecco. Bertolini lascia. “Io vittima di un’aggressione”

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Alberto Bertolini e Sandro Meregalli si stringono la mano al Rigamonti Ceppi
Alberto Bertolini e Sandro Meregalli si stringono la mano al Rigamonti Ceppi
Alberto Bertolini e Sandro Meregalli si stringono la mano al Rigamonti Ceppi

 

LECCO – Alberto Bertolini,rompe il silenzio e dà conferma del suo addio alla squadra. Il neo mister della Calcio Lecco, ora già ex allenatore blu celeste, si sfoga in una lettera aperta alla città: “Non mi hanno cacciato, me ne sono andato con un peso enorme sul cuore”.

La decisione pare sia stata maturata dopo l’ultimo allenamento al Lambrone, e il presunto diverbio tra l’imprenditore brianzolo Paolo Battocchi e il neo che, quindi, avrebbe abbandonato il campo lasciando la conduzione degli allenamenti a mister Marzio De Gaetano, tecnico della Juniores. “Non c’è stato un diverbio – spiega Bertolini – sono stato vittima di un’aggressione”.

Di seguito la lettera dell’ormai ex mister della Calcio Lecco:

“Il sogno si è trasformato in un incubo. Mai avrei voluto trovarmi in una situazione simile. Mai avrei voluto essere costretto a scrivere queste righe, ma il silenzio, assordante, di chi avrebbe dovuto proteggermi e le voci, assurde e infondate che si stanno rincorrendo, su quanto successo ieri pomeriggio impongono una mia presa di posizione. Non mi hanno cacciato: me ne sono andato con un peso enorme sul cuore.

Mister Bertolini
Mister Bertolini

Non c’è stato un diverbio: sono stato vittima di una aggressione. Premeditata. Potrei fermarmi qui. Non lo faccio, perché non sto parlando di una squadra qualsiasi, ma della (mia?) Calcio Lecco. Chi mi conosce sa che per questi colori, per questa maglia e per questa città, io avrei dato tutto. Quando sono stato chiamato, sono corso con entusiasmo, incurante di chi mi metteva in guardia dall’ambiente che avrei trovato. Sono un uomo di calcio e quindi solo il campo mi interessava e solo il campo sarebbe stato il mio giudice.

Ma, ahimè, mi sbagliavo. Sin dal primo giorno (oserei dire dal primo quarto d’ora) ho iniziato a subire non semplici pressioni, bensì vere e proprie imposizioni che, purtroppo o per fortuna, non fanno parte del mio modo di intendere il calcio e la vita in generale. Ho deciso – perché la mia coscienza mi chiedeva questo – che se dovevo sbagliare dovevo farlo con la mia testa. E qualcuno, solo perché – evidentemente – questo modo di pensare non è piaciuto, si è sentito legittimato ad aggredirmi fisicamente, minacciarmi e ad inseguirmi come se fossi una preda. E questo qualcuno, che si è spinto oltre l’immaginabile, evidentemente per la Calcio Lecco è più importante di Alberto Bertolini. Che quindi si fa da parte. Voi tifosi, invece, state vicini alla squadra. I ragazzi, domani come non mai, hanno bisogno del Vostro calore, del Vostro affetto, del Vostro attaccamento ai colori. Forza Lecco!

Alberto Bertolini