Calcio Lecco, Bizzozero ai tifosi: “Non me ne vado”

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L'ex patron del Lecco Daniele Bizzozero
Daniele Bizzozero
Daniele Bizzozero

MAZZANO – Il Lecco è riuscito a espugnare il campo di Mazzano e con uno splendido poker ha strappato i tre punti partita al Ciliverghe, portandosi così a quota 77. Per tutta la durata della gara il patron Daniele Bizzozero è stato seduto in panchina a fianco di mister De Paola, ma dagli spalti i tifosi lo hanno fortemente contestato e lo hanno esplicitamente invitato ad andarsene. Al termine del match Bizzozero risponde che intende “restare alla guida della società” e che “il risultato sportivo ottenuto non può essere messo in discussione per colpa di una vicissitudine personale”.

“Il risultato di questa gara dice tutto – dichiara il patron bluceleste – ho visto una squadra concentratissima e in salute, tutti i giocatori in campo hanno onorato la maglia, compresi i giovani entrati in campo negli ultimi minuti che hanno saputo non far sentire la mancanza dei ‘pezzi grossi’. Il gruppo ha dimostrato ancora una volta di voler vincere ad ogni costo”.

Bizzozero, poi, entra nel merito della contestazione a lui rivolta dai tifosi blucelesti presenti a Mazzano: “Ognuno è libero di dire ciò che pensa perché siamo in democrazia, ma a mio volta ora posso dire di essere stanco di questo atteggiamento. Il risultato sportivo che ho ottenuto non è contestabile, quindi se la prendono per un fatto che riguarda la mia vita privata. Chi mi apostrofa con insulti cosa può dire della propria vita? E’ facile contestare e basta senza saper proporre un’alternativa”.

“Quando sono arrivato – continua – ho rilevato una società che era destinata al fallimento. Cesana, Invernizzi e il senatore Rusconi che dicevano di voler bene al Lecco sono spariti, mentre io ho cercato di dare il meglio in tutto, a partire dalla squadra portando ottimi giocatori fino al sistemare gli spogliatoi del Rigamonti Ceppi che prima erano una topaia. Questo è il ringraziamento? I tifosi avrebbero dovuto difendermi, come ho sempre fatto io con loro, e non contestarmi, è facile dirmi ‘bravo’ quando tutto va bene e poi insultarmi se per 20 giorni sono scivolato. I capi ultrà dovrebbero cercare il dialogo con me, il Lecco sono loro? Perfetto, allora vengano a ritirare la società, adesso la trovano con il 70% di debiti in meno rispetto a quando l’ho presa io, vadano avanti da soli e poi mi diranno se è facile gestire una squadra in una piazza come Lecco”.

Il patron del Lecco, infine, conclude il suo sfogo ribandendo la volontà di restare alla guida della società bluceleste: “Io non sono Cala o un altro di quei personaggi interessati a far fallire il Lecco, non mi faccio mettere sotto da quattro tifosi e non scappo perché non ne ho motivo. La squadra non perde dal 6 dicembre, continuo con questo progetto per cui ho sempre dato il meglio, il resto riguarda una scivolata fatta nella mia vita privata, di cui continuo a vergognarmi, ma nella vita si può sbagliare, l’importante è avere carattere e spalle larghe per ricostruire”.