Andrea Oriana tenta l’impossibile: la traversata a nuoto del Lago Titicaca

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Andrea Oriana

44 km a 3.812 metri di altezza con una temperatura dell’acqua di 12 °C

Il nuovo esploratore lecchese: “Una missione che potrebbe aprire nuove frontiere”

LECCO – Se c’è uno che può farcela quello è Andrea Oriana. L’hanno detto tutti i suoi amici, ne è convinto il suo storico allenatore Vittorio Anghileri. Dopo l’impresa dello scorso settembre che lo ha visto recordman italiano sulla Manica, il fortissimo nuotatore lecchese è pronto per una nuova sfida, una missione come l’ha definita lui stesso.

44 chilometri per attraversare il lago navigabile più alto del mondo, il lago Titicaca. Tra Perù e Bolivia, il lago si trova a quasi 4.000 metri di altitudine (3.812 metri per l’esattezza), con una temperatura di 12 °C… una vera e propria sfida impossibile.

Leo Callone, Simona Peterle, Andrea Oriana, il giornalista Andrea Morleo

Nella serata di ieri, lunedì, Andrea Oriana ha presentato il suo progetto in una conferenza stampa dove, oltre ai membri del suo team Animus Audendi, c’erano il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni, gli ex olimpionici Antonio Rossi e Carlo Gaddi, il delegato del Coni di Lecco Sandro Bonacina e tanti amici.

“Il giorno scelto per la presentazione della mia missione, il 12 ottobre, non è casuale: coincide con la scoperta dell’America. E anche io mi sento un po’ un avventuriero che va alla scoperta di qualcosa di nuovo – ha detto Oriana -. E’ un privilegio poter affrontare questa avventura, è un onore poter rappresentare Lecco e l’Italia”.

Vittorio Anghileri

La sfida, sulla carta, è impossibile: solo un altro atleta si cimentò nell’impresa, una leggenda del nuoto di fondo che riuscì a nuotare per 3 ore comprendo 13/14 chilometri: “Andrea ha la testa per farcela – ha detto l’ex allenatore Vittorio Anghileri -. E’ nato per nuotare: se gli date un obbiettivo in acqua lui lo raggiunge”.

Nel sono convinti anche Antonio Rossi e Carlo Gatti, campioni rispettivamente di canoa e canottaggio: “La testa ce l’ha, questa è la sua dote più grande – hanno detto -. Sicuramente ha anche la giusta esperienza. E’ un bell’esempio di sport e di vita per tutti i ragazzi”.

Il sindaco Mauro Gattinoni

Sandro Bonacina, invece, ha letto un messaggio del presidente del Coni Giovanni Malagò: “Andrea, con quella sua vitalità e sana follia di sfidare l’estremo, incarna la figura dell’esploratore che vuole vedere cosa c’è oltre i limiti”.

E proprio il sindaco Mauro Gattinoni l’ha paragonato a un moderno BonattiMauri: “Come i nostri alpinisti lecchesi sono andati a scoprire luoghi remoti, così anche Andrea Oriana ha dentro di sé la stessa ispirazione esplorativa – ha detto -. Qui lo sport diventa qualcosa di più grande: ti auguro di essere il nuovo esploratore lecchese sulla scia di Bonatti, Mauri e dei nostri Ragni…”.

Antonio Rossi

Accanto a Andrea Oriana ci sono Simona Peterle (team manager Animus Audendi) e Leo Callone (direttore tecnico Animus Audendi): “Anche questa volta ha voluto lasciarci senza parole, quando ha annunciato quello che voleva fare ci siamo trovati in difficoltà – hanno detto -. Il problema più grosso non sarà la temperatura di 12 °C dell’acqua (ricordiamo che Oriana nuota rigorosamente senza muta, ndr) ma l’aria rarefatta: ogni 1.000 metri di altitudine la capacità polmonare si riduce di 1/8”.

Sandro Bonacina

La preparazione avverrà in otto tappe, Andrea Oriana (covid permettendo) tenterà la sfida a maggio. Dopo un giro di perlustrazione a breve, Oriana tornerà in Italia dove si preparerà sul lago e poi in una piscina in Val Senales che si trova a circa 2.000 metri di altitudine, inoltre sta valutando la possibilità di allenarsi in Sierra Nevada dove c’è un impianto un po’ più in alto. In inverno, con tutta probabilità, si allenerà al mare dove la temperatura dell’acqua non è proibitiva. L’idea, poi, è quella di andare sul lago Titicaca un mese prima dell’impresa per acclimatarsi al meglio.

“Perché lo faccio? Ho una passione smisurata per il nuoto e mi trovo più a mio agio in acqua che a piedi – ha concluso Oriana -. Riuscire a portare a termine questa impresa potrebbe aprire nuove frontiere per questo sport”.

Carlo Gaddi