Calcio Serie C. Medici sociali contrari alla ripresa del campionato

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Protocollo sanitario di difficile applicazione per i club

Posticipata al 7 maggio l’assemblea delle società di Lega Pro

LECCO – Il protocollo sanitario redatto dalla commissione medico-scientifica della FIGC è di difficile applicazione per i club di Serie C e lascia ancora troppe domande aperte. E’ questo quello che è emerso ieri durante l’incontro in videoconferenza tra i vertici di Lega Pro, il rappresentante dei medici delle società Francesco Braconaro, l’avvocato di PwC Tls Gianluigi Baroni e i medici sociali dei sessanta club.

In attesa dell’assemblea delle società associate alla Lega Pro, che si terrà il prossimo 7 maggio, arriva dunque il parere negativo dei medici sociali sull’eventuale, e a questo punto sempre più remota, ripresa del campionato.

Nel corso della riunione il protocollo medico-sanitario è stato analizzando sotto diversi parametri. Una delle principali problematiche è rappresentata dalla difficoltà ad accedere ad un numero elevato di tamponi. Il fatto poi che gli stessi medici sociali operino anche sul territorio renderebbe molto rischioso l’entrare in contatto sia coi calciatori che coi normali pazienti, alzando il rischio di diffusione del virus.

Altro nodo da sciogliere sarebbe quello delle responsabilità, civili e penali, in caso di contagio. Non è infatti immaginabile che i medici, oltre ad assumersi la responsabilità della salute degli atleti, lo possano fare anche per tutte le altre figure coinvolte nella ripresa del campionato.

Sembra dunque sempre più lontana l’ipotesi di una ripresa della stagione. La decisione verrà presa nel corso dell’assemblea del 7 maggio, al pari, in caso di sospensione definitiva dell’attività, dell’individuazione dei criteri per stabilire le promozioni in Serie B e il blocco delle retrocessioni nei Dilettanti.