Ciclismo. Su e giù dai Resinelli per 15 volte, Elio Micheli racconta il suo Everesting

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Elio Micheli all'arrivo del suo Everesting

Oltre 9 mila metri di dislivello sui pedali per il ciclista del Pedale Galbiatese

“Una grande soddisfazione personale per una sfida vinta su una salita molto cara”

GALBIATE – E’ partito alla mezzanotte esatta di mercoledì scorso, nelle gambe tanta voglia di compiere un’impresa certamente non semplice. Elio Micheli, 57 anni, è originario di Abbadia ma dopo il matrimonio si è trasferito a Galbiate. All’età di 38 anni scatta la passione per la bicicletta e entra nelle fila del Pedale Galbiatese.

Una passione che Elio porta avanti a livello amatoriale, anche se negli ultimi 10 anni pedala in maniera sempre più costante togliendosi anche qualche soddisfazione fino all’altro giorno quando realizza l’Everesting tra Ballabio e i Piani Resinelli.

“L’Everesting è un’attività in cui i ciclisti salgono e scendono più volte da una determinata salita fino a coprire il dislivello positivo di 8.848 metri (l’altezza dell’Everest, ndr) – spiega Elio Micheli -. Non ero assolutamente sicuro di riuscire a portare a termine questa sfida anche perché la maggior parte dei ciclisti che si cimentano in questa prova la prima volta rinunciano”.

Il ciclista lecchese, invece, ce l’ha fatta: “Sono salito per 15 volte e un quarto da Ballabio (rotonda del circolo) fino al piazzale dei Piani Resinelli – racconta -. Sono partito a mezzanotte di mercoledì scorso e ho concluso alle 17.30 circa di giovedì dopo 16h23′ di pedalata effettiva, 9.044 metri di dislivello positivo e 234 Km percorsi“.

Elio non si è accontentato di coprire il dislivello di 8848 metri, ma ha fatto di più: “Siccome dopo 15 giri avrei superato solo di pochi metri il dislivello richiesto dall’Everesting, per essere al riparo da eventuali piccoli errori del Gps, all’ultimo giro sono sceso ancora fino all’8° tornante per risalire al piazzale superando così anche la soglia psicologica dei 9.000 metri di dislivello“.

Un’impresa molto dura che richiede allenamento: “Ad ogni giro mi fermavo per alimentarmi e idratarmi. Il momento più difficile è stato al terz’ultimo giro, il più caldo di tutti, fortunatamente sono riuscito ad arrivare in cima dove ho potuto mangiare e bere così mi sono ripreso. Mi piace molto fare giri lunghi, ma questa sfida è stata davvero dura: fino ai 6.000 metri di dislivello ho potuto contare sulle mie gambe, poi è stata determinante la testa”.

Adesso Elio manderà la traccia Gps a una speciale commissione che, verificata la regolarità dell’impresa, gli rilascerà il brevetto ufficiale: “Al di là di questo, però, la cosa più importante è la soddisfazione personale di avercela fatta su una salita a me cara come quella dei Resinelli”.

Ogni ciclista che si cimenta nell’Everesting, infatti, può scegliere la salita a lui più congeniale: “Bisogna essere in grado di scegliere una salita con altimetria e pendenza media più adatte al proprio fisico. La scelta è ricaduta sulla salita dei Resinelli anche perché lì ho alcuni parenti che spesso, quando salgo durante i miei giri in bici, mi accolgono con grande ospitalità. All’arrivo c’erano tutti, perciò questo Everesting l’ho dedicato anche a loro”.

Una sfida che non si può improvvisare: “Nell’ultimo anno mi sono preparato bene e, a livello di preparazione specifica, nelle ultime tre settimane mi sono allenato in quota facendo, tra le altre cose, anche la salita del Passo dello Stelvio tre volte in un giorno sui tre diversi versanti”.

E adesso, cosa ti attende? “Il giorno dopo i miei amici mi hanno chiesto se volevo andar con loro a sciogliere un po’ le gambe ai Resinelli… ma questa volta li ho lasciati andare da soli!”