Il lecchese Alberto Morganti racconta la sua Dakar

Tempo di lettura: 6 minuti
Gianluca Ianni e Alberto Morganti
Gianluca Ianni a sinistra e Alberto morganti a destra (Dakar 2022)

“E’ il coronamento di un sogno. Sin da ragazzino i motori mi hanno attratto e la Dakar mi ha sempre affascinato”

Con lui il navigatore Gianluca Ianni a bordo di una Mitsubishi LM 200 Strakar. 39esimi nella Classifica generale e secondi tra gli italiani

LECCO – Un’avventura, un viaggio, una competizione storica che sin dal principio affascina moltissimi piloti e appassionati di motori. Stiamo parlando della Dakar, nata nel 1979 come Parigi – Dakar e oggi giunta alla sua terza edizione in Arabia Saudita. A questa incredibile e fantastica competizione quest’anno ha partecipato il lecchese Alberto Morganti, classe 1969, in coppia con l’amico e navigatore Gianluca Ianni, romano, classe 1963.

Alberto Morganti Dakar 2022

18 giorni di pura avventura, 12 dei quali di gara, un mix di emozioni, spettacolo e adrenalina a coronamento di un viaggio a dir poco spettacolare, iniziato a Gedda in Arabia il 1° gennaio e terminato nella stessa città il 14 gennaio. Un totale di 8.375 km macinati, dei quali 4.258 di prove speciali e un solo giorno di riposo, l’8 gennaio. Alla Dakar corrono auto, moto, camion, quad, Side-by-Side e prototipi leggeri oltre alle auto storiche nella categoria Classic, introdotta nel 2021, con 150 piloti iscritti tra cui, appunto, il lecchese Morganti.

Un viaggio e un’avventura che ti shekera in un tourbillon di emozioni: “Sono tornato in Italia sabato, dopo 18 giorni incredibili. Quando siamo partiti ero un po’ preoccupato e timoroso, poi è stato un divenire di emozioni sempre più forti, capisci di essere tra protagonisti di un grande circo il cui spettacolo vorresti non finisse più”.

Morganti e Ianni hanno corso a bordo di un pickup Mitsubishi L200 Strakar del 1999: “Abbiamo noleggiato l’auto da un amico con la quale ha già corso la Dakar, una macchina spaziale: 3500 benzina di cilindrata e dotata di 320 cavalli di potenza”.

Alberto Morganti Dakar 2022

Un’auto che oggi, dopo, l’exploit di Morganti e Ianni ha incrementato il suo valore che si aggira intorno ai 250mila euro. Già, perché tra rocce, dune, sabbia, emozioni e adrenalina alla fine è arrivato anche un risultato inaspettato: 39esimi nella classifica general e secondi degli italiani, quarti invece nella classifica Classic H3 (regolarità veloce).

“Non ce l’aspettavamo. Siamo partiti con l’obiettivo di concludere la gara possibilmente senza arrecare danni al mezzo e soprattutto a noi. La Dakar, com’è risaputo, è insidiosa e a volte pericolosa. Spesso ci si trova a viaggiare a 120 – 130 chilometri orari e quando davanti ti trovi un ammasso di sabbia non sai se è morbida o se nasconde una roccia. Il rischio di ribaltarsi è all’ordine del giorno e quando percorri tratti rocciosi, nel giro di pochi istanti ti ritrovi a dover superare passaggi strettissimi fra i sassi”.

Alberto Morganti Dakar 2022

Non solo sabbia insomma: “Assolutamente no e nonostante fossimo nel deserto, non abbiamo sofferto il caldo, anzi, non ho mai patito così tanto freddo. La prima parte della gara si è svolta su un altipiano a circa 1000 metri di altezza e la notte la temperatura scendeva sotto gli 0 gradi centigradi. Dormendo nelle tende il clima ci ha messo a dura prova. Di notte poi il rumore dei generatori e dei numerosi meccanici al lavoro non conciliavano certo con il sonno. Se poi si aggiungono le levatacce con la sveglia che è sempre suonata tra le 3 e le 4 del mattino, è comprensibile come l’avventura possa diventare faticosa”.

Alberto Morganti Dakar 2022

Smontato il campo quando ancora è notte e dopo una ricca colazione si procede al trasferimento alla città stabilita dal percorso. Una volta raggiunta, si dà inizio alle prove speciali da effettuarsi tra le 8 e le 15, della durata di 45’ – 60’ minuti cadauna, con la possibilità di ripeterle anche 5 volte in un giorno. Sono gare di regolarità veloce, chi ottiene il miglior punteggio si aggiudica la giornata e viene stilata sia una classifica generale che una di categoria”.

Per la cronaca, la vittoria nelle auto è andata al principe del Qatar Nasser Al Attiyahdi, mentre nelle moto ha vinto il britannico Sam Sunderland.

Dakar fratelli Totani
I fratelli Silvio e Tito Totani

Ma com’è nata l’idea di prendere parte alla Dakar?
“Ianni è un caro amico col quale ho fatto tanti viaggi in Africa, nei deserti. Viaggi dai quali è nata la passione per l’avventura e l’idea della Dakar ci ha sempre stuzzicato. Poi nel gruppo di amici ci sono i fratelli Silvio e Tito Totani, piloti sin da giovani e con diverse partecipazioni alla mitica gara, i quali alla fin fine non ci hanno messo molto a convincerci”.

Una gara fuoristrada affascinante, ma nel contempo severa: “Più che preparazione fisica, comunque necessaria, serve una preparazione mentale. Non si può mai perdere o abbassare la concentrazione, i pericoli sono sempre dietro l’angolo e in gare come queste basta un piccolo errore o una distrazione per incappare in incidenti dai risvolti anche gravi. Per fortuna abbiamo concluso la nostra avventura incolumi e con l’auto ancora intatta”, scherza Alberto.

Alberto Morganti Dakar 2022

Perfetta l’organizzazione che vede alla regia l’associazione francese Aso (Amaury Sport Organisation) la stessa che organizza il Tour de France. “Sono impeccabili, soprattutto se si pensa che devono muovere per 18 giorni un carrozzone di 5mila persone: incredibile. Il campo viene spostato di tappa in tappa ed è gigantesco: 1 km per 1 km. La Aso provvede alla sicurezza a tutto tondo, nel campo sono presenti medici, fisioterapisti, elicotteri per interventi rapidi, servizi igienici, docce e poi c’è il refettorio aperto 24 ore su 24 accessibile ogni qual volta ve ne sia voglia o bisogno e devo dire che si mangia bene. Ai concorrenti non resta che organizzarsi per la notte: chi ha meno budget a disposizione si organizza con le tende, come abbiamo fatto noi, altri usano i camper. Poi ovviamente devi provvedere a tutto ciò che è inerente la gara: mezzi, attrezzi, ricambi, eccetera”.

Cos’ha significato per te prendere parte alla Dakar?
E’ il coronamento di un sogno. Sin da ragazzino i motori mi hanno attratto e la Dakar mi ha sempre affascinato. Non nascondo che i primi giorni li ho affrontati con un pizzico di paura: il timore di rompere l’auto, di farsi male, di non essere all’altezza e persino il patema di dare fastidio agli altri piloti magari più esperti… Poi pian piano prendi le misure, la paura iniziale lascia spazio ad altre emozioni travolgenti in un crescendo tale che non vorresti mai che la Dakar finisse”.

Già pronta l’iscrizione all’edizione 2023?
Alberto alla domanda sorride, fa una pausa di silenzio e poi chiosa: “No comment. Adesso torniamo a concentrarci sul lavoro”.

Alberto Morganti Dakar 2022