Dopo gli insulti, la ministra Bellanova chiede alla squadra di ‘graziare’ Castagna

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Mano tesa del ministro Bellanova al giocatore lecchese che l’ha insultata sui social

“L’odio genera solo altro odio. Fermiamo questa spirale”

CIVATE – “Questa tendenza va invertita e chi ricopre un ruolo istituzionale deve essere, io credo, il primo a provarci. Anche se di quell’odio è stato vittima”. Il ministro Teresa Bellanova interviene sul caso degli insulti a lei rivolti da un giocatore di calcio lecchese, Davide Castagna, in un post in Facebook che è finito alla ribalta delle cronache locali e non solo (leggi qui).

La ministra dell’agricoltura, al centro delle polemiche della destra per la proposta di regolarizzare i tanti migranti impegnati nei campi specialmente al Sud, risponde con grande senso di responsabilità ad una vicenda riprovevole, al punto da far vergognare la stessa squadra di calcio del NibionnOggiono che ha deciso di dissociarsi pubblicamente dalle parole di Castagna e sospendere il giocatore.

La ministra chiede di anteporre all’odio il rispetto e il confronto e chiede alla società di ritirare il provvedimento nei confronti del giocatore.

IL MESSAGGIO DEL MINISTRO

“Voglio ringraziare chi, ad iniziare da Matteo Renzi, mi ha manifestato solidarietà per i messaggi di odio e le minacce che ho ricevuto in questi giorni, non degni di un sano e civile confronto politico. Ho anche letto di un calciatore di una squadra di serie D della provincia di Lecco, sospeso dalla sua squadra per delle frasi ingiuriose che ha scritto nei miei confronti sulla rete. Ringrazio la squadra che ha preso nettamente le distanze da ciò che il loro giocatore aveva scritto adottando un provvedimento cosi pesante e netto.

Oggi il mondo digitale ci pone davanti a realtà virtuali dove gli utenti sembrano sempre più deresponsabilizzati. Davanti a questi fenomeni, abbiamo una sola strada da percorrere: una piena assunzione di responsabilità di ciò che si dice e si scrive per creare una comunità fondata sul rispetto, sul confronto, sull’assunto che per continuare a crescere la nostra democrazia deve puntare sulla comprensione dell’altro, delle sue idee e delle sue ragioni. Perché l’odio genera solo altro odio, la violenza altra violenza. E questa spirale va fermata, questo continuo inquinamento dei pozzi della discussione politica e civile, ad iniziare dai social, va disinnescato.

Ed allora alla società lecchese che ha preso quel provvedimento io chiedo di ripensarlo perchè in un momento in cui tante famiglie si trovano ad affrontare gravi difficoltà, privare una persona della sua fonte di sostentamento economico porta solo a disperazione, e quindi a ulteriore rabbia.
Ma chiedo di ripensarlo soprattutto perché sono sicura che le ragioni della società siano state condivise dai più e perché sono fiduciosa che un tale provvedimento sia stato compreso anche dal giocatore stesso.

Non è arrendevolezza la mia, sia chiaro. Ma provare a fare un passo di lato più riflessivo, anziché farne uno avanti armato, nella battaglia quotidiana per le nostre idee. Questa tendenza va invertita e chi ricopre un ruolo istituzionale deve essere, io credo, il primo a provarci. Anche se di quell’odio è stato vittima”.