Seregno: “Rubato l’incasso”. Gomme tagliate ai tifosi del Lecco

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SEREGNO – Il dopo-gara è accesissimo nella sala stampa del “Ferruccio”.
Un dirigente del Seregno, che vuole mantenere l’anonimato, denuncia il furto di 77 biglietti da parte dei tifosi del Lecco: “Dovete scriverlo: su 100 biglietti dati in prevendita, ce ne hanno pagati solo 23. Gli altri li hanno rubati. Hanno spaventato anche la signora della biglietteria. Scrivilo, scrivilo!”. Il presidente Eros Pogliani rincara la dose: “Per noi l’incasso era vitale. Sono curioso di vedere i giornalisti di Lecco”. Eccoci. “All’andata non avete scritto quello che avete visto e non avete intervistato l’allenatore del Seregno, né i giocatori”. Davvero imperdonabile, ha ragione.
Dopo pochi minuti, arriva anche la notizia di alcune auto con le gomme tagliate nel parcheggio del supermercato in prossimità dello stadio. Ovviamente, come responsabili vengono accusati i tifosi del Lecco. “Non avete una bella fama”, ci dicono. Dopo una verifica, si scopre però che le auto danneggiate – più di una decina – sono soprattutto lecchesi, tanto che diventa necessario organizzare i passaggi o chiamare i parenti da Lecco per recuperare i malcapitati.
Quasi ci si dimentica della partita. Ci pensa Fiorenzo Roncari a riportare il discorso sul piano sportivo: “Siamo un po’ pesanti sulle gambe. Avevamo pensato di dare un po’ di freschezza con Chessa, Mauri, con quelli che non avevano giocato. Purtroppo, ci è mancata quella rapidità per poter andare alla conclusione. Ho puntato sulle motivazioni di Sarao, che era un ex e ha comunque fatto una buona partita. Il problema è che avevamo tutti lo stesso passo, non riuscivamo a cambiare i ritmi. Martin avrebbe dovuto dare più velocità e profondità. Loro, dopo essere rimasti in dieci, si sono abbassati ancora di più. Non siamo stati brillanti in fase conclusiva. Non è cambiato niente, siamo ancora lì. E’ stata una partita calda, con un finale caldissimo, mi pare”.

Bollente, si potrebbe dire. E ci perdonino i giocatori del Lecco se, questa volta, non abbiamo intervistato nemmeno loro.