Super Golinelli, 3° a Zermatt dove vince quel marziano di Kilian

Tempo di lettura: 4 minuti

ZERMATT – C’è fenonemo e fenomeno. C’è Kilian Jornet Burgada professionista, fresco del suo record al Cervino (andata e ritorno in 2 ore 52′ e 3 secondi) che si è imposto anche oggi nella Matterhorn Ultraks di Zermatt aggiudicandosi così la sua 5^ Coppa del Mondo di Skyrunning e, poi, c’è un altro fenomeno, rigorosamemte lecchese, che non fa il professionista, che alla mattina si alza per andare a lavorare (è ingegnere) e che nonostante tutto oggi è stato capace di dare del filo da torcere allo spagnolo andando a prendersi una medaglia di bronzo cha sa di vittoria.
Lui, il nostro fenomeno, è Nicola Golinelli strabiliante nell’andate a macinare i 46 chilometri di gara (3600m di dislivello) in 4h45’56” arrivando al traguardo con soli 2 minuti e 51 secondi di distacco dal campione catalano che ha fermato il crono sulle 4h43’05”; al secondo posto Luis Alberto Hernando che ha chiuso in 4h44’46”.

Nella gara in rosa, al primo posto la fidanzata di Burgada,  Emelie Forsberg, seconda Silvia Serafini e terza Nuria Dominguez

“Volevo un po’ di riscatto dopo la brutta figura alla Dolomites Sky Race dove sono arrivato al 10° posto quando l’obiettivo doveva essere il podio – commenta a fine gara Golinelli – Così in queste vacanze sono riuscito ad andare tre settimane a Livigno, dove mi sono riposato, allenato molto bene seguendo una dieta alimentare corretta e questo ritiro ha dato subito i suoi frutti”

Insomma vita da professionista per tre settimane… “Diciamo che per 21 giorni ho fatto la vita di chi ha la fortuna di fare della corsa la sua professione e oggi, sono arrivato dove sono arrivato”.

Com’è stata la gara? “Beh se devo essere sincero, ho sofferto anche oggi. Sono partito bene nella prima parte, poi ho affrontato una lunga discesa dove non so per quale motivo, mi sono venuti i crampi, problema questo che dovrò capire e risolvere anche perchè non mi sono venuti per la stanchezza. Fatto sta che ho perso alcune posizioni, ma sapevo che la corse era ancora lunga e c’era ancora molto dislivello da fare, infatti mi sono riportato sotto ad Hernando e Kilian, ma quando li ho ripresi ormai eravamo prossimi all’ultima parte di gara, due chilometri di discesa dove non avrei potuto comunque riguadagnare terreno. Alla fine è andata benissimo e posso ritenermi soddisfatto. E’ stata una gara dura, di livello internazionale. Meglio di così non si poteva fare, anche perchè quando c’è Kilian sai già che il primo posto è suo…”.

A proposito di Kilian, tu lo conosci, lo trovi spesso in gara, da addetto ai lavori cosa ci puoi dire di lui?
“E’ difficile da decrivere. Vederlo da spettatore in azione fa impressione, ma è correndo con lui che ci si può veramente rendere conto di cosa sia capace. Per dire, oggi, nelle prime due ore di gara, cacciava balle, chiacchierava, come se stesse facendo allenamento, poi quando ha deciso di spingere, ha preso, ha salutato tutti e ha iniziato la sua gara. Se voleva dare 5 minuti al secondo glieli dava senza problemi”.

Quanto conta il Dna che un atleta come Kilian ha in dotazione e l’allenamento a cui è sottoposto?
“Il Dna è importantissimo. Questo vale un po’ per tutti gli sport. Mi spiego con una battuta, i muli non diventano cavalli da corsa; però, è altrettanto vero se un atleta già dotato di suo, viene seguito professionalmente e in maniera quasi maniacale sotto l’aspetto dell’allenamento, è chiaro che si esaltano le sue doti. Detto questo, Kilian è fuori dal comune. Adesso come adesso non vedo atleti che possano competere con lui. Gli stessi carichi di lavoro a cui viene sottoposto sono impensabili. Quando qualcuno in gara accenna a ‘fuggire’, lui spinge e lo ‘ammazza’ con grande facilità. Non è due gradini sopra gli altri, è tre giri di scala sopra tutti. A volte mi fa incazzare, perchè come oggi nella prima parte di gara sembrava che prendesse le cose alla leggera, con scherno. Io mi sono spremuto per tre settimane e lui zampettava… Poi, siccome lo conosco, penso a com’è veramente, al fatto che è un bravissimo ragazzo, una persona semplice, un atleta corretto e rispettoso e tutto questo mi cancella ogni incazzatura”.

 

(credit photo by Facebook)