Cadi sette volte, rialzati otto: cinque campioni dello sport si raccontano

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Grande successo per la serata organizzata a Barzio

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BARZIO – Una bella serata a tema sportivo quella proposta ieri sera, mercoledì, nella sala conferenze della Comunità Montana Valsassina, Valvarrone, Val d’Esino e Riviera a Barzio in località Fornace Merlo a Barzio.

Cinque campioni di discipline diverse hanno portato le loro esperienze in un dialogo condotto da Samuele Biffi e Katia Selva, che hanno presentato al numeroso pubblico che ha interamente riempito la sala conferenze, Rosita Rota Gelpi tre volte campionessa mondiale di corsa in montagna, Maria Elena Bonfanti olimpionica di atletica leggera nella staffetta 4x400m, Daniel Antonioli campione mondiale di Winter Triathlon, Maicol Rastelli olimpionico dello sci nordico e Paolo Riva prima azzurro e successivamente allenatore azzurro di sci nordico.

I cinque campioni si sono presentati al pubblico

Dopo essere stati presentati al pubblico, uno alla volta, i cinque campioni sportivi si sono fatti conoscere soprattutto dai tantissimi giovanissimi presenti, e così sullo schermo si sono alternate le fotografie e i filmati dove ognuno di loro era impegnato nelle proprie discipline e al termine di ogni presentazione uno scroscio di applausi.

Il microfono passa al pubblico

Dopo la parte iniziale, la parola è passata al pubblico. Primo a prendere la parola è stato il sindaco di Introbio Adriano Airoldi che dopo essersi complimentato con i cinque, ha voluto lanciare il sasso nello stagno “Il rapporto tra genitore, atleta e allenatore“. Una domanda spinosa in quanto tutti hanno convenuto sul fatto che tantissime volte i genitori possono diventare un ostacolo in quanto pretendono sempre i risultati e si sostituiscono agli allenatori pensando di avere competenze maggiori, la maggior parte delle volte ottenendo come unico risultato l’abbandono precoce da parte dei figli.

I cinque atleti, invece, hanno conservato un bellissimo ricordo del loro rapporto con i genitori. Rosita Rota Gelpi ha ricordato che il padre non mancava mai alle gare e la madre la accompagnava sempre agli allenamenti e anche in inverno stava delle ore ad aspettarla in macchina. Maicol Rastelli ha raccontato che, sia che i risultati fossero positivi o negativi, dai suoi genitori riceveva sempre e solamente complimenti anche se a volte lui non ne capiva il motivo sapendo di non aver certo brillato. Elena Maria Bonfanti a sua volta ha rimarcato la presenza dei genitori alle gare: “a volte non sapevo nemmeno che sarebbero venuti a vedermi, ma mi faceva sempre piacere, una presenza discreta la loro e soprattutto non si sono mai permessi di mettere in discussione le scelte fatte dagli allenatori soprattutto nelle staffette internazionali dove a volte avevo fatto solo la riserva. Sarebbero comunque state sterili polemiche che non avrebbero portato da nessuna parte”.

Altra domanda venuta dal pubblico è stata sul come gestire le tensioni della gara: anche qua non c’è stata una risposta in un’unica direzione ma tutti hanno convenuto che ogni atleta ha una sua motivazione e reagisce in maniera differente sia che si tratti di una olimpiade o solamente di una gara provinciale. Ci sono atleti iperattivi a cui non devi dire nulla altrimenti rischi di ottenere il risultato opposto e a questo proposito tutti hanno raccontato le loro esperienze. Daniel Antonioli iniziava a pensare ad un appuntamento importante già parecchio tempo prima, ma nell’immediata vigilia staccava la spina e capitava che si concedesse anche una pizza e una birra e, visti i risultati, possiamo dire che con lui è stato un ottimo escamotage. Rosita Rota Gelpi ha rimarcato il ruolo del mental coach, figura che sta prendendo sempre più piede tra gli atleti di élite.

Un’altra domanda interessante è stata sull’importanza del gruppo… Anche qui tutti concordi nel ritenerlo di basilare importanza: “Agli inizi deve essere gioco e divertimento, solo col passare degli anni si potrà pensare ai risultati, se fai le cose che ti fanno divertire, continui a farle, quando lo sport inizia a pesare e non c’è più divertimento, è il primo passo verso l’abbandono”. Elena Maria Bonfanti, in particolare, ha parlato della propria esperienza ventennale a Oggiono dove era cresciuta con un gruppo di amici e anche quando è stata alle olimpiadi ma si allenava a casa, il gruppo continuava ad essere un punto di riferimento. Col passare degli anni però il gruppo si è assottigliato e ultimamente si trovava ad allenarsi con i ragazzini e anche per lei le motivazioni sono calate, anche perché nel frattempo ha iniziato a lavorare, ha messo su famiglia e le priorità sono cambiate.

Una serata interessante di sport conclusa

Una serata molto interessante, non capita tutti i giorni di poter dialogare con cinque campioni di quel calibro tutti assieme. Alla serata hanno preso parte tutti gli atleti e lo staff del Nordik Ski. Al termine della serata i cinque campioni hanno scattato una foto ricordo con tutti i membri del sodalizio guidato dal presidente Giuliano Selva.