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Due serate nella sede dalla prestigiosa azienda lecchese tra arte e bellezza

I personaggi de’ i Promessi Sposi rivisitati da Paolo Vallara rivivono nella materia del legno intarsiato in una mostra davvero unica

M.P. – I volti dei Promessi Sposi su quadri intarsiati in legno pregiato sono i protagonisti dell’evento organizzato da RAM Serramenti di Civate: una realtà imprenditoriale del nostro territorio sensibile all’arte e alla valorizzazione delle nostre bellezze, guidata da Davide Ronzoni e Marco Adamoli e che ha visto il recente ingresso in società di Matteo Cariboni, ha già infatti in passato promosso eventi artistici legati alla realtà territoriale lecchese. Due serate alla presenza di architetti. Due serate alla presenza di architetti e imprenditori, oltre alla presenza del sindaco di Lecco Mauro Gattinoni, del sindaco di Valmadrera Antonio Rusconi, del sindaco di Civate Angelo Isella e del sindaco di Bellano Antonio Rusconi.

Non solo RAM ha sostenuto la mostra i Passaporti dei Promessi Sposi a Lecco, in occasione dell’ ottobre manzoniano con grandissimo successo di pubblico e di critica, ideata da Paolo Vallara, ma anche TABU, che è eccellenza italiana nella tintoria del legno, con sede a Cantù: un’eccellenza italiana nel mondo del design e della progettazione d’interni, e che come RAM ha solide e profonde radici lombarde.

Il precedente è l’evento che un mese fa si è svolto alla Torre Viscontea di Lecco, “I Passaporti dei Promessi Sposi”,  con 12 volti di 12 personaggi – persone scelte come in un casting a km 0 – fotografati e filmati per quella mostra, che in realtà è nata come progetto editoriale.

Infatti il progetto originario è costituito dal kit di Passaporti, con foto frontale, anagrafica e il personaggio che si racconta, letteralmente strappato dal limbo polveroso delle vecchie stampe e di un immaginario collettivo tradizionale.

L’idea di Paolo Vallara era che questi personaggi prendessero corpo e sostanza come sale il vapore dalla terra calda, “voglio che vengano su dai tombini!” E quindi ha creato una mostra-evento per tutti, realmente “pop”.

Quei personaggi rivivono nella materia del legno intarsiato: Lucia, Renzo, Don Abbondio, Perpetua, Don Rodrigo, l’Azzeccagarbugli, il Griso, l’Innominato, il Cardinale Borromeo, la Monaca di Monza, Fra Cristoforo.

L’ “Incontro Impossibile” sognato da decine di generazioni di 25 lettori (come ironicamente diceva Manzoni del suo pubblico) avviene attraverso la superficie intarsiata di legno pregiato.

Le stampe digitali dei volti sono realizzate sulla superficie di pregiati intarsi, pezzi unici appositamente studiati e creati dalle mani del Maestro intarsiatore Mario Moriggi: un autentico fuoriclasse, che opera a livello internazionale, e il suo atelier ha sede in provincia di Bergamo. Vengono impiegati pregiati legni dell’azienda TABU, di origine forestale certificata e tinti con tecnologia di ultima generazione, come l’Eucalyptus Frisé, il Rovere, il Tay, l’Acero Frisé, la Radica Di Frassino, la Betulla, il Larice, i piallacci multilaminari. I piallacci vengono esaltati giocando abilmente con la direzione della fibra legnosa e la superficie è protetta con vernice all’acqua.

L’idea qual è?

Si crea un “gioco” raffinatissimo di piani sovrapposti leggibili in trasparenza, quasi leonardesco: i volti che affondano nel legno e il disegno tridimensionale del legno che emerge attraverso i volti.

Una fusione di effetti visivi, che ci restituiscono moltiplicata l’energia vitale di questi personaggi.

Una curiosità:

Il dodicesimo personaggio è IL PADRE “assente”, perché nel romanzo non vi sono “padri”: non si fa cenno del padre di Lucia, quello di Renzo è morto. Nessun personaggio ha un padre che lo guidi, che lo protegga, che lo ispiri.

Questo ha radici nella biografia di Manzoni, e soprattutto in gioventù ha sofferto la mancanza di una famiglia unita alle spalle.

Solo nella vita della Monaca di Monza, ma dentro un flashback, si parla del padre che la costrinse a piegarsi alla vita religiosa.

Questo personaggio è la firma di Paolo Vallara perché in quel cameo sfumato c’è il suo volto.