
NIBIONNO – Andare per campi a caccia di ricordi e di storie, muniti di metal detector. E’ una passione comune quella che unisce Alessandro Contin (39 anni), Giulio Casati (39 anni) e Alessandro Conversano (29 anni), tutti e tre di Nibionno, creatori del gruppo Metal Detector Brianza aperto poco più di una settimana fa su facebook e che riunisce gli appassionati del metal detecting.

Almeno due volte alla settimana, da tre anni, i tre amici escono insieme per ‘setacciare’ campi e prati della Brianza alla ricerca di oggetti perduti. Il tutto è partito da Alessandro Contin che ha scoperto il metal detecting in America, durante il viaggio di nozze. Rientrato in Italia si è munito di metal detector ed ha cominciato e cercare anche lui. Poi l’incontro con Alessandro e Giulio che alla pratica si sono avvicinati tre anni fa circa: “Ci accomuna la passione per l’avventura e una grande curiosità, cercando oggetti col metal detector si possono visitare posti particolari anche a due passi da casa – ci hanno raccontato – anche se è una pratica che richiede pazienza e se vogliamo perseveranza”.
Non sempre infatti le ricerche si concludono con il ritrovamento di tesori o oggetti preziosi, anzi: “Più che altro ci imbattiamo in tappi, lattine, che prontamente provvediamo a buttare via. Ma ogni tanto le sorprese non mancano, l’importante è non avvilirsi!“.

Ad esempio qualche settimana fa nel corso di un’uscita i tre amici hanno trovato una medaglietta spaccata a metà: “Niente di che a prima vista ma poi ci siamo accorti che sulle due parti c’erano nomi e cognomi di due persone, la scritta ‘love’, due numeri di telefono fisso e una data, 1978. Era una targhetta di fidanzamento! Spinti dalla curiosità abbiamo provato a chiamare i numeri. A uno di questi ha risposto una signora che meravigliata ci ha raccontato la storia della targhetta: era appartenuta a lei e al suo fidanzato di allora, il numero che avevamo chiamato era quello della casa dove abitava da giovane e dove tutt’oggi risiede. Quando si sono lasciati aveva rotto la targhetta, rimasta seppellita nel terreno fino al nostro ritrovamento”.
Un’altra volta i tre amici durante una “spazzolata” (come si usa dire in gergo) si sono imbattuti in una fede matrimoniale, prontamente restituita ad un marito sbadato che l’aveva persa: “Gli abbiamo fatto un gran favore – hanno ricordato Alessandro e Giulio ridendo – la moglie non era molto contenta che avesse perso la fede!”.

Poco più di una settimana fa i tre hanno pensato di creare una rete di appassionati di metal detecting: così è nato il gruppo facebook Metal Detector Brianza MTB che in poco tempo ha raggiunto 160 iscrizioni. “L’intento è stato quello di offrire agli amanti di questa disciplina una piattaforma dove potersi confrontare, scambiare informazioni e organizzare uscite. Non so in quanti siamo ad apprezzare il metal detecting ma attraverso il gruppo dovrebbe essere più facile trovarsi e fare qualcosa insieme” ha chiarito Alessandro Conversano.

E per chi volesse iniziare? “Gli strumenti principali sono il metal detector, dei guanti, una vanga e un Pro-Pointer, ovvero un piccolo metal detector che individua precisamente l’oggetto sotto terra e consente di scavare nel punto esatto per recuperarlo”. Il costo dell’attrezzatura base come spiegato è di circa 400 euro. Non bisogna poi dimenticare le regole: “Praticare il metal detecting non è esente da alcuni divieti – hanno ricordato i tre amici – esiste un apposito decreto legislativo datato 2004 che regolamenta l’attività“. Per esempio non è possibile utilizzare il metal detector in zone archeologiche o nei parchi naturali, occorre sempre chiedere il permesso al proprietario del terreno dove si intende effettuare le ricerche, ricoprire le buche scavate e raccogliere sempre ciò che si trova.


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