LECCO – Sull’annosa vicenda del cantiere del Palazzo di Giustizia di Lecco, il Comune si è aggiudicato la vittoria legale contro la Carena s.p.a., la prima società costruttrice affidataria dell’appalto per la realizzazione dei lavori che nel 2007, due anni dopo aversi visto assegnata l’opera, aveva fatto causa all’amministrazione comunale lecchese.
Carena s.p.a. aveva dichiarato risolto il contratto in essere, per preteso inadempimento della committenza (Comune di Lecco e Ministero delle Infrastrutture) e aveva al riguardo avanzato una richiesta di risarcimento danni per 4.716.000 euro più ulteriori 1.517.000,00 euro per riserve contrattuali già formulate nel corso dell’appalto. A sua volta il Ministero aveva dichiarato risolto il contratto per inadempimento della società.
Nel corso del giudizio, già nel 2009, alla società costruttrice era stato corrisposto l’ulteriore importo di 536.000 euro oltre accessori, quantificato dal consulente tecnico nominato dal tribunale di Milano, per i residui lavori effettivamente svolti prima della risoluzione del contratto. Per tali lavori la società costruttrice aveva invece richiesto ben 1.415.000 euro
Con la sentenza del 24 luglio scorso, il Tribunale di Milano ha confermato l’importo dovuto (e già corrisposto all’azienda dal Comune di Lecco) per i lavori eseguiti ed ha rigettato integralmente la richiesta creditoria di oltre 6 milioni di euro “per pretesi danni e pretese riserve avanzate da Carena s.p.a.”.
La società costruttrice è stata inoltre ritenuta dal giudice “inadempiente agli obblighi contrattuali” con conseguente legittimità della risoluzione dell’appalto a suo tempo disposta dal Ministero.
“Un ringraziamento particolare va all’avvocatura comunale, che ha difeso l’Ente in giudizio e a tutto lo staff dei Lavori Pubblici, guidato dall’assessore Francesca Rota, che con determinazione e competenza ha seguito tutte le fasi della procedura – tiene a precisare il sindaco di Lecco Virginio Brivio. – È opportuno sottolineare che un esito differente avrebbe comportato un esborso tale da compromettere in maniera significativa il proseguo, mentre questa sentenza è la giusta premessa per una serena prosecuzione dei lavori”.