Una figura che ha passato da protagonista gli anni più difficili del sindacalismo del secolo scorso. Pio Galli è mancato questa sera a Lecco, aveva 86 anni ed era ammalato da tempo.
Come ricorda la CGIL nel proprio sito fu segretario generale della CGIL di lecco dal 1954 al 1962, ma a livello nazionale è conosciuto per essere stato segretario della Fiom dal 77 all’85. Periodo in coda agli anni di piombo, ossia del terrorimo che inItalia provocò una svolta sociale ed iniziò a modificare le relazioni industriali. Al suo nome è legata la famosa marcia dei 40mila a Mirafiori durante una drammatica trattativa con la Fiat. Da sindacalista si confrontò direttamente con Cesare Romiti, che guidava l’industria degli Agnelli.
Era uomo tenace e di alta statura morale, figlio di operai e operaio lui stesso, partigiano, era d’origine di Rancio, rione in cui il suo cuore è sempre restato. Aveva avuto una infanzia durissima di povertà estrema e dignitosa e di lavoro precoce.
Tutto è raccontato nel libro “Da una parte sola. Autobiografia di un metalmeccanico”. Qui sotto ne ricopiamo alcuni paragrafi tratti dalla libreria online Ibs
“Era una lotta quotidiana per sopravvivere; te ne rendevi conto anche se eri bambino, perché dovevi fare la tua parte per tirare avanti. Dopo la scuola, prima del buio, andavo a pescare nel fiume. Avevo trovato una canna di bambù abbastanza elastica. I vermi per la lenza, le “ambrottole”, li cercavo tra pile di letame. Se portavo a casa qualche pesce si mangiava di più. Oppure dovevo andare nei boschi per funghi o nei prati a raccogliere cicoria o erbette di campo, che avevano foglie come quelle degli spinaci. La maggior parte del cibo te la dovevi procurare, non c’era denaro per comprarlo”. Siamo sempre l”, alle erbe “di cui la fame aveva insegnato che anche gli uomini potevan vivere”.
“Il compito più faticoso era far legna. Non si azzardavano a mandarmici da solo”. Ci andava col padre, per aggiungere qualcosa alla segatura. E per le scarpe e i vestiti? “Le prime scarpe le ho messe a otto anni. Prima ho sempre portato gli zoccoli. Il legno si consumava in fretta. Si aprivano a metà e mi ferivano le dita dei piedi. Mio padre li rimetteva insieme con i chiodi, ma dopo un po’ si rompevano di nuovo. Allora andavo a piedi nudi. Le calze le mettevo solo per andare a scuola quando faceva freddo, erano calzerotti che faceva mia madre. Non ho mai portato le mutande. Avevo i pantaloni con la patenda, che si aprivano dietro come quelli dei sanculotti”.
Il Ricordo dell’onorevole Lucia Codurelli (PD)
“Con la scomparsa di Pio Galli se ne va uno dei più importanti pezzi di storia operaia e sindacale del lecchese. Pio ci ha lasciato ieri sera, quando l’ho visto l’ultima volta qualche giorno fa, pur essendo molto affaticato, non aveva assolutamente nascosto tutta la sua preoccupazione per la situazione di grave crisi che sta attraversando il nostro paese. Pio aveva cominciato a lavorare al Caleotto per poi diventare sindacalista nella realtà lecchese, fino a diventare segretario nazionale della Fiom, protagonista nelle lunghe vertenze di quegli anni, compresa quella dura della Fiat dell’80. Per la sottoscritta, per la mia generazione e quella precedente, è stato un punto di riferimento straordinario, un esempio indiscutibile. Il suo impegno è stato totale nel sindacato come nella politica che lo ha visto impegnato a livello provinciale, dove ho potuto conoscerlo e apprezzarlo. Sapeva in ogni occasione trasmettere valori importanti quali la dignità, i diritti e la solidarietà che gli derivavano anche dall’aver vissuto in prima persona la lotta partigiana e a cui è seguito il suo impegno per i diritti dei lavoratori affinchè le condizioni di lavoro e di esistenza dentro le fabbriche fossero dignitose, una vita spesa attraverso tante battaglie che hanno consentito grandi conquiste sindacali e che lascia a tutti noi un ricordo profondo e indelebile per la storia del nostro territorio e di tutto il movimento sindacale. Questa vita intensa è stata possibile per il sostegno che sempre e ovunque ha avuto dalla sua amatissima compagna Gina. In questo momento di dolore mi stringo affettuosamente a Gina e ai suoi amati figli e nipoti”.