Giacomo Mezzera con la sua denuncia aveva dato il via alle indagini che hanno portato al processo contro i vertici del consorzio Ilexport – ente lecchese di promozione economica, messo in liquidazione. In aula ha confermato la tesi che sostiene da tempo: “Le società Micon Sas e Wte srl si sono limitate a ricopiare nell’oggetto delle fatture missioni commerciali che avevo compiuto io stesso, anni prima”.
Il processo per concorso in truffa ai danni della Regione vede Mezzera nella duplice veste di testimone e di persona offesa; anche la Regione è parte civile nella causa. Coinvolte otto persone: Giuseppe Conti, Monica Cameroni, Maria Cristina Saverio, Danilo Tizzoni, Paolo Galbiati, Gessica Locatelli, Giuseppe Colombo e Giorgio Corti.
Mezzera ha rsposto alle molte domande dei difensori, un confronto serrato ben gestito dal giudice Alessandro Rossato (“in prestito” per sei mesi dal tribunale di Monza). Il testimone ha Mezzera ha affermato che Wte e Micon “emettevano fatture pagate dalla Ilexport, che a sua volta poi richiedeva alla Regione i rimborsi “. Queste fatture erano riferite, ha dichiaratos empre Mezzera, a missioni commerciali in Medio Oriente, Libia, Polonia e Russia alla ricerca di nuovi mercati per l’esportazione delle aziende lecchesi. “Ma in realtà le due società si limitavano a copiare nell’oggetto delle fatture alcune missioni commerciali che io stesso avevo compiuto, anni prima». I soldi dunque non erano dovuti, secondo quanto denunciato da Mezzera, consulente dal 1994 del Consorzio Ilexport.
Il processo è stato aggiornato al prossimo 7 marzo.