Straordinari defiscalizzati, accordo tra Api e sindacati

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Il modello produttivo in tempo di crisi va a strattoni: in alcuni momenti l’andamento è così magro che anche le aziende medie e le piccole devono ricorrere alla cassa integrazione, per poi pochi giorni appresso per evadere una commessa c’è bisogno dello straordinario.

Riccardo Bonaiti pres. Api Lecco

Wolfango Pirelli segr. gen. Cgil

Valerio Colleoni segr. gen Cisl

Giuseppe Pellegrino segr. gen. Uil

In una situazione tale non c’è meraviglia che anche per il secondo anno consecutivo sia stato siglato dai tre sindacati Cgil, Cisl e Uil per mano dei propri segretari generali provinciali e l’Api (Associazione piccole e medie industrie) della provincia di Lecco rappresentata dal presidente, una intesa che consente la tassazione fiscale agevolata al 10% delle retribuzioni collegate agli straordinari. La legge dice legate agli incrementi di produttività, qualità redditività, innovazione ed efficienza e lega l’agevolazione fiscale a un tetto di reddito lordo (40mila euro).

La presenza sindacale è dovuta alla norma che vincola il vantaggio fiscale a contratti collettivi concordati con le rappresentanze dei lavoratori.

Al tavolo della firma avvenuta nella sede dell’Api: Riccardo Bonaiti padrone di casa , Wolfango Pirelli (Cgil), Valerio Colleoni (Cisl) e Giuseppe Pellegrino (Uil).

Da parte di tutti i relatori la consapevolezza che il 2012 sarà un anno di lacrime e sangue: “Speriamo di vedere tutte le aziende che lo hanno iniziato riuscire a finirlo ” ha esordito Bonaiti, proseguendo: “Il problema è soprattutto legato alla liquidità, da un lato le banche hanno chiuso i rubinetti del credito. In più, dall’altro, le aziende devono affrontare non solo commesse scarse, ma pure sofferenze nei pagamenti”. Per molti tre anni consecutivi di recessione sono troppi e l’esaurimento delle riserve costituisce preludio alla chiusura.

Colleoni segretario Cisl ha ricordato che anche il patto di stabilità tiene in scacco molte imprese fornitrici che vantano crediti con le amministrazioni pubbliche.

“A livello centrale non si sta contrastando la crisi- ha specificato Wolfango Pirelli della Cgil– e il nostro territorio paga scelte attuate a livello nazionale. Di contro nel lecchese esistono eccellenze, soprattutto tra le aziende che esportano in paesi extra Ue. Chi riesce ad avere tenuta e far fronte al momento difficile costituisce un esempio da diffondere per aiutare gli altri. La ricerca e l’innovazione, inoltre, possono essere una leva utile a collocare il lavoro nei mercati dove il prezzo del prodotto/servizio non è determinante“.

Per Giuseppe Pellegrino della Uil in modo molto concreto ha ricordato che l’accordo siglato permetterà ai lavoratori di avere qualche soldo in più da potersi giocare nello sforzo della vita quotidiana.

Tutti i presenti hanno però ricordato che sia per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali (molte casse integrazioni potrebbero convertirsi in disoccupazione o mobilità) sia per l’ingresso al lavoro con l’utilizzo dell’apprendistato saranno necessarie anche delle soluzioni territoriali, di  “wellfare locale” per dirla con le parole di Colleoni.