BERGAMO – Bergamo si candida a “Città creativa dell’Unesco”, la rete mondiale dell’Onu creata nel 2004 “per promuovere la cooperazione tra le città che hanno identificato la creatività come elemento strategico per lo sviluppo sostenibile”.
L’annuncio, presente il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, è arrivato durante il convegno di apertura della rassegna casearia di “Forme – Bergamo capitale europea dei formaggi”, in programma da venerdì 28 settembre a domenica 30 settembre in Città Alta a Bergamo. Attualmente sono nove le città italiane che fanno parte delle rete mondiale di 180 inserite nel network della Città UNESCO: Bologna (musica), Fabriano (artigianato), Roma (cinema), Parma (gastronomia) Torino (design), Milano (letteratura), Pesaro (musica), Carrara (artigianato), Alba (gastronomia).
“La candidatura di Bergamo è quella del territorio della Cheese Valley – ha detto il presidente dell’associazione “San Matteo – Le Tre Signorie” di Branzi Francesco Maroni– ovvero un’area delle Orobie che comprende le province di Bergamo, Sondrio e Lecco attorno al pizzo dei Tre Signori. Un territorio piccolo, ma culla millenaria di tradizioni e saperi caseari che hanno fatto da riferimento anche per il resto delle Alpi e poi della pianura. La storia, insomma, conferma l’unicità sotto questo punto di vista del nostro territorio, che oggi può vantare, unico in Europa, nove formaggi Dop. Una ricchezza e una potenzialità che da sempre hanno costituito un motore straordinario per il turismo locale”. Qui si producono formaggi unici per storia e caratteristiche, i “Formaggi Principi delle Orobie”, ovvero Branzi Ftb, Strachitunt Dop, Formai de mut dell’Alta Val Brembana Dop, Agrì di Valtorta (presidio Slow food), Storico Ribelle (presidio Slow food), Stracchino all’antica delle Valli orobiche (presidio Slow food), e Formaggi di capra orobica (presidio Slow food).
A guidare Bergamo e la Cheese Valley nelle tappe di avvicinamento alla candidatura è l’International Knowledge Institute US Chapter (ITKI US) rappresentato ieri, nel convegno svoltosi a palazzo della Ragione di Bergamo, da Giuseppe Biagini. “In un territorio difficile come quello montano – ha detto – la produzione casearia è stata sempre sostenibile e per 400 anni ha costituito l’economia di queste valli. Oggi la tradizione è in difficoltà: entrare nella rete delle Città UNESCO vorrebbe dire rinvigorire questo patrimonio di valori e saperi”. Quindi il sostegno di tre Città UNESCO presenti al convegno. “Bergamo ha tutte le potenzialità per entrare nel network – ha detto l’assessore al Turismo di ParmaCristiano Casa -. Faremo del nostro meglio per appoggiarla”.
“Questa è una candidatura importante – ha aggiunto Antonio De Giacomi, presidente del Centro studi sul tartufo di Alba– il cui raggiungimento non va visto come una semplice etichetta: occorre poi alimentare le relazioni, i rapporti con le altre città per sfruttare il network”. Dall’ingresso nella rete, infatti, i vantaggi sottolineati sono soprattutto visibilità mediatica, scambio di eventi con le altri città UNESCO, e un incremento nell’afflusso turistico (in Parma, per esempio del 25%).
“Bergamo è una candidata ideale – ha detto Vittorio Salmoni, presente per la città di Fabrianoche nel 2019 ospiterà il meeting delle 180 Città dell’UNESCO – . Ma la specificità che oggi voi proponete andrà poi messa in rete con le altre potenzialità del territorio”. E’ arrivato quindi l’appoggio all’iniziativa da parte dell’assessore regionale all’Agricoltura Fabio Rolfie, infine, del sindaco di Bergamo Giorgio Gori: “La città di Bergamo è debitrice alla sua montagna – ha detto – da sempre. Per questo sosterrò con forza il progetto di candidatura”.
Le prossime tappe verso la candidatura: a gennaio UNESCO pubblicherà il bando per entrare nel network delle Città Creative, a giugno l’eventuale candidatura ufficiale e a ottobre la possibile proclamazione con l’inserimento nelle rete.