ERBA – Rosa e Olindo Romano sono davvero gli autori della terribile strage di Erba? Alla domanda stanno cercando di rispondere le Iene, attraverso un’inchiesta di Marco Occhipinti e Antonino Monteleone mandata in onda durante il noto programma televisivo di Mediaset.
“Strage di Erba: due innocenti all’ergastolo?” il titolo della seconda puntata trasmessa domenica sera. Poco più di mezz’ora di servizio, dedicato al testimone chiave della strage del 2006, Mario Frigerio, colui che indicò il nome di Olindo Romando come autore della mattanza in cui rimasero uccise quattro persone: Raffaella Castagna e il piccolo Youssef, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini. Dopo tre gradi di processo Olindo e la moglie Rosa Bazzi sono stati condannati in via definitiva all’ergastolo.
Una sentenza che ancora oggi fa discutere e divide l’opinione pubblica tra convinti sostenitori della loro colpevolezza e chi invece ritiene che la coppia di coniugi con la strage non abbia niente a che fare. Nel servizio trasmesso le Iene ripercorrono la vicenda arrivando a mettere in dubbio la testimonianza chiave di tutta la vicenda, quella di Mario Frigerio, unico sopravvissuto alla strage.
“Olindo e Rosa sono senza dubbio colpevoli, lo hanno stabilito 26 giudici in tre gradi di processo – ricorda nel video il giornalista Salvatore Sottile, intervistato dalle Iene – hanno confessato, sull’auto di Olindo è stata trovata una traccia di sangue appartenente a una delle vittime e, da ultimo, c’è un testimone, Mario Frigerio, che ha riconosciuto Olindo Romano come suo aggressore”.
Proprio sulla testimonianza di Frigerio si è concentrata la seconda puntata dell’inchiesta delle Iene, supportata da interviste e contributi di esperti e professionisti che si sono occupati, a vario titolo, della vicenda. A far vacillare le certezza, come emerso, alcuni file audio registrati durante le indagini, nei quali emerge come Maro Frigerio, al suo risveglio in ospedale dopo la brutale aggressione, non ricordi Olindo Romano ma un’altra persona.
Parlando con i pubblici ministeri, il 15 dicembre, Frigerio ricorda infatti una “persona scura, dalla carnagione olivastra, grossa e forte, con tanti capelli e corti, senza baffi”. Un uomo non del posto, probabilmente di etnia araba, come suggerisce lo stesso Frigerio. Affermazioni che si scontrano con le dichiarazioni fatte in Tribunale durante il processo di primo grado e d’Appello, in cui Frigerio accusa lucidamente Olindo Romano e la moglie Rosa di aver compiuto la strage.
Come si spiega la contraddizione? Le Iene tornano al 20 dicembre 2006, quando il Comandante dei Carabinieri di Erba Luciano Gallorini va a trovare Mario Frigerio in ospedale. Nella conversazione si sente il Comandante Gallorini fare più volte il nome di Olindo. Secondo la ricostruzione fatta dalle Iene Mario Frigerio non si sarebbe quindi ricordato di Olindo subito appena sveglio ma sarebbe stato proprio il Comandante dei Carabinieri di Erba a suggerirgli il nome, per ben 9 volte come emerso dall’analisi delle registrazioni. “Un vero e proprio caso scientifico di manipolazione della memoria” come spiegato durante la puntata dal dottor Piergiorgio Strata, professore emerito di Neurofisiologia all’Università di Torino.
Non è d’accordo il giornalista Salvo Sottile che invece ha parlato di “metabolizzazione” del ricordo: “C’è un tempo in cui si metabolizza il ricordo. Il primo può non essere lucido, in un secondo momento invece si definisce. Frigerio non fa alcun nome appena sveglio, poi fa un nome preciso, ed è quello di Olindo”.
A fomentare i dubbi sarebbero infine anche alcune registrazioni audio ‘scomparse’, mai portate a processo, come rilevato dal giornalista investigativo Edoardo Montolli, autore di alcuni libri sulla strage di Erba.