Strage di Erba, la difesa potrà esaminare i reperti mai analizzati

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BRESCIA – Niente perizia sulla strage di Erba ma i difensori di Rosa Bazzi e Olindo Romano potranno effettuare accertamenti sui reperti sequestrati sul luogo della strage che non erano stati analizzati.

La vicenda, come noto, riguarda il tentativo della difesa dei coniugi Romani, condannati all’ergastolo per l’omicidio di quattro persone nel dicembre 2006 (Raffaella Castagna e il figlioletto Youssef Marzouk, Paola Galli e Valeria Cherubini), di riaprire il processo sulla Strage di Erba.

Dopo il no della Corte d’Appello di Brescia, lo scorso luglio anche la Cassazione ha concordato con la decisione dei giudici del Tribunale di Brescia, negando l’incidente probatorio e respingendo così il ricorso presentato dai legali.

Ma la difesa, se lo vorrà, potrà condurre le cosiddette indagini difensive e fare analizzare ‘personalmente’ (vale a dire non con un perito nominato dal Tribunale, ndr) i reperti.

Come noto i reperti sui quali la difesa vorrebbe condurre alcuni accertamenti sono un accendino, un mazzo di chiavi e la tenda della casa di Mario Frigerio dove, secondo i legali difensori, sarebbe terminata l’aggressione a Valeria Cherubini.

La Cassazione aveva respinto il ricorso degli avvocati dei coniugi Romano contro la decisione della Corte d’Appello di Brescia di negare l’incidente probatorio, ma gli accertamenti ‘difensivi’ potranno comunque essere svolti.