E’ un fronte sindacale compatto quello che, venerdì 10 febbraio, si è presentato nelle piazze italiane, per chiedere al Governo Monti di rivedere la tassa aggiuntiva sui permessi di soggiorno, introdotta il 30 gennaio, con un decreto ministeriale a firma degli ex ministri Roberto Maroni e Giulio Tremonti. Un sovrapprezzo, sulla precedente tassa di 70 euro, che varia dalle 80 alle 200 euro, e che gli immigrati residenti nel nostro Paese dovranno pagare per avere o rinnovare il tanto desiderato documento. Cgil, Cisl e Uil sono scesi in campo anche a Lecco, con un presidio che si sta tenendo, in questi attimi, di fronte alla Prefettura, in corso Promessi Sposi. E’ loro intenzione portare a conoscenza del Prefetto, Marco Valentini, le motivazione della loro protesta; il segretario della Cgil, Guerrino Donegà, le ha illustrate a Lecconotizie.com: “E’ una tassa ingiusta, inaccettabile che va ad aggravare i costi, non certo irrilevanti, affrontati da persone regolarmente presenti in Italia, che pagano le tasse e che contribuiscono all’economia del Paese; non si capisce la ragione di questo ulteriore appesantimento nei loro confronti. Una famiglia, composta da 4 persone, era già costretta a pagare 70 euro per quattro, ad ogni rinnovo; nella migliore delle ipotesi questi rinnovi accadono ogni due anni, ma, a seguito dei problemi occupazionali che caratterizzano questa fase economica, possono presentarsi anche ogni 6 mesi. Oltretutto – continua Donegà – la giustificazione, apportata a sostegno di questa tassa, è che gli introiti, da essa derivanti, andranno a coprire per il 50% le spese di rimpatrio degli immigrati espulsi. E’ una vera e propria beffa: all’immigrato regolare, che paga le tasse e che ha fatto le cose per bene, si presenta il conto anche di chi, invece, è irregolare. Con quale logica? Forse perché gli immigrati regolari devo pagare le colpe degli altri immigrati? Oppure vogliamo parlare di comportamenti legali e illegali? Quello che chiediamo all’attuale governo, che ha già espresso la propria contrarietà a questa norma, è di passare dalla parole ai fatti, e agire rapidamente per correggere questa ingiustizia. Sullo stesso tema, chiediamo all’esecutivo di riaprire il dialogo rispetto all’allungamento della validità del permesso di soggiorno e l’estensione della cittadinanza ai figli degli immigrati”.
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