Edilizia a due velocità tra Como e Lecco: l’area lariana in cerca di un nuovo equilibrio

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L’intervento di Riccardo Cutaia, segretario generale della Feneal‑UIL Lombardia

“Servono regole chiare, imprese qualificate e una strategia industriale che metta al centro il lavoro sicuro”

LECCO – La tragedia del crollo della Torre dei Conti a Roma, ci ricorda, ancora una volta, che dietro ogni numero ci sono vite e famiglie. E tutto questo dopo l’entrata in vigore del DL n. 159 che introduce il badge digitale di cantiere, la patente a crediti e nuove assunzioni di ispettori. Misure importanti che, per la Feneal‑UIL, devono ora essere fatte vivere nei cantieri perché come viene evidenziato “La sicurezza non si delega ai decreti ma si costruisce con cultura, ispezioni e investimenti”.

“Ogni volta che un lavoratore muore – ha dichiarato Riccardo Cutaia, segretario generale della Feneal‑UIL Lombardia – si spezza una parte del futuro del Paese. In Lombardia, come nel resto d’Italia, il prezzo del lavoro continua a essere troppo alto. La sicurezza non può essere considerata un costo, ma un investimento morale e civile”.

Secondo la Cassa Edile di Como e Lecco, ad agosto 2025, la provincia di Como conta 1.106 imprese e 5.156 lavoratori iscritti, con 311.790 ore lavorate (–13% rispetto al 2024) e retribuzioni denunciate per 4,16 milioni di euro (–2,7%). A pesare è soprattutto il comparto artigiano, che perde quasi un quinto delle ore lavorate. A Lecco, invece, le 641 imprese attive impiegano 3.244 lavoratori, per un totale di 230.117 ore lavorate (+1,4%) e retribuzioni in crescita dell’8%, trainate dal segmento industriale (+14%).

“Como paga la fine del ciclo dei bonus edilizi e un mercato privato che si è fermato – spiega Cutaia –. Lecco resiste grazie ai cantieri infrastrutturali e a imprese più strutturate e qualificate. È la dimostrazione che la qualità del lavoro fa la differenza”.

Il peso della filiera delle costruzioni

“L’edilizia lombarda – spiega Riccardo Cutaia – resta una delle colonne portanti dell’economia regionale. Dopo la ripresa legata al Superbonus e al PNRR, il settore sta ora attraversando una fase di assestamento. I dati del Sistema delle Casse Edili Lombarde mostrano nel 2024 un incremento del 3,5% delle ore denunciate e del 5,8% dei lavoratori iscritti, ma un calo degli investimenti del 5%, con una previsione negativa anche per il 2025 (–6,4%). Mentre le grandi opere pubbliche tengono, l’edilizia privata rallenta. I cantieri residenziali registrano una diminuzione di commesse e un aumento del ricorso alla Cassa Integrazione, cresciuta del 22,6% nell’ultimo anno”.

“Il settore tiene ma si sta indebolendo. Dopo il boom dei bonus, serve una visione industriale che coniughi transizione ecologica, rigenerazione urbana e lavoro di qualità. Come Feneal proponiamo un piano regionale straordinario per la sicurezza con controlli mirati e formazione obbligatoria, vincolando il sistema lombardo di qualificazione delle imprese all’applicazione del CCNL edilizia. Ma crediamo anche sia importante fornire incentivi fiscali per chi investe in sicurezza e stabilità occupazionale, garantire un piano di rigenerazione urbana e housing sociale legato alla qualità del lavoro e rafforzar la bilateralità come motore di prevenzione e welfare. L’edilizia lombarda può essere un modello per l’Italia, se la politica avrà il coraggio di scegliere la qualità contro la quantità”.