LECCO – “Diamo l’ultimo saluto a questo nostro fratello definito anche l’uomo invisibile, ma nessuno è invisibile di fronte a Dio e ciascuno di noi ha un nome”.
E’ il prevosto di Lecco, don Franco Cecchin, insieme al cappellano dell’ospedale a celebrare le cerimonia di commiato per Darno Nardi, profugo istriano ritrovato senza vita alla pendici del San Martino lo scorso 5 agosto e identificato qualche giorno dopo a causa della mancanza di documenti, dell’avanzato stato di decomposizione della salma e della condizione di eremita scelta dal sig. Nardi, dichiarato irreperibile dal 1967, che ha vissuto gli ultimi anni della sua vita in una grotta sul monte ad un passo dalla città.
A rendergli omaggio per l’ultima volta, nella camera ardente allestita all’ospedale Manzoni, erano presenti anche il sindaco Brivio, l’assessore Elisa Corti, il consigliere comunale Casto Pattarini. Con loro anche Roberto Stanzione della Comunità Lecchese Esuli Giuliano Dalmati, il referente di Assoarma Lecco, Filippo Di Lelio, e Gaetano Chiappa, ex coordinatore della Protezione Civile di Lecco e uno dei pochi ad aver conosciuto meglio il sig. Nardi.
“Per anni hai attraversato la nostra città, in silenzio senza chiedere nulla a nessuno, e silenzioso ci hai voluto lasciare. Quando ci siamo incontrati moltissimi anni fa abbiamo iniziato una storia fatta di poche parole durante la quale abbiamo ricostruito in parte la tua vita – ha ricordato con commozione Chiappa – Ci mancherà la tua vigorosa stretta di mano, la tua sagoma che si profilava da lontano coi tuoi sacchetti addosso, coi tuoi vestiti rattoppati, con la tua dignità. Non hai mai cercato la cittadinanza, l’hai sempre rifiutata così come l’aiuto, anzi alle volte ti scusavi quando qualcuno ti donava qualcosa. Non sapevi come ringraziare. Non sappiamo altro di te, chissà quanti segreti ti porti via. Ma sappi che quella cittadinanza, che non ha mai voluto, nel posto dove sei ora è una cittadinanza che durerà per sempre”.
Vicinanza all’uomo scomparso e alla sua storia è stata espressa anche da Stanzione a nome degli altri esuli lecchesi: “La figura di questo gentiluomo rappresenta la storia di tutti noi giuliani, vissuti con niente, nella semplicità e nella modestia, accolti a volte in modo poco onorevole. Noi però abbiamo sempre pensato che fosse giusto distinguerci per i valori della nostra cultura, della nostra religiosità. Grazie a questa semplicità, in una società che quella che è oggi, alla fine, prima di andarcene, fa si che ci sia sempre qualcuno che ci ricorda e che ci riunisce”. La salma di Nardi Darno verrà tumulata nel cimitero del rione di Castello.