Bergamo. Quasi 300 opere d’arte sequestrate ad un imprenditore evasore

Tempo di lettura: 2 minuti

BERGAMO – I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bergamo hanno tratto in arresto un imprenditore bergamasco e sequestrato nei suoi confronti opere d’arte e disponibilità finanziarie per un valore complessivo stimato in oltre 25 milioni di euro.

Si tratta di 77 pezzi posti sotto sequestri tra i quali dipinti di noti artisti come Hayez (nella foto uno dei quadri più noti dell’artista che era nelle disponibilità dell’indagato), Brueghel, Vanvitelli, Manzoni, Fontana e Boldin,a cui si aggiungono altri 200 tra quadri e sculture di autori del calibro di Canaletto, Modigliani, Burri, Arcimboldi, Cerruti, Pomodoro, Baschenis ora sotto sequestro cautelativo.

I sospetti sono nati quando l’imprenditore, dopo pochi giorni dall’avvio di una verifica fiscale nell’ottobre 2015, ha deciso di ricorrere alla voluntary discolsure, per fare emergere le proprie disponibilità detenute oltre confine e regolarizzare un ingente patrimonio in opere d’arte.

L’attività investigativa, condotta dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Bergamo anche attraverso intercettazioni telefoniche, accertamenti bancari, perquisizioni e assunzione di testimonianze, avrebbe consentito di raccogliere una serie di elementi per ritenere la procedura di emersione viziata da false attestazioni che la legge punisce con la reclusione fino a sei anni.

In base all’ipotesi accusatoria, la persona sottoposta alle indagini si sarebbe definita collezionista per versare al Fisco un importo ridotto, nascondendo la sua reale posizione di imprenditore nel settore delle opere d’arte, agendo anche attraverso società nazionali ed estere per commercializzare sculture e dipinti d’autore.

L’uomo deve anche rispondere del reato di autoriciclaggio, per aver ceduto ad una sua cliente, la cui posizione è attualmente al vaglio degli inquirenti, parte delle opere, ad un valore complessivo di oltre 11 milioni di euro, mettendole a disposizione la provvista necessaria all’acquisto.

La condotta incriminata sarebbe avvenuta grazie ad una serie di operazioni societarie poste in essere con l’intento di ostacolare l’identificazione e la provenienza dei preziosi beni.