In visita le scolaresche dell’hinterland milanese e della Brianza
LECCO – Un inedito tour manzoniano quello che propone Matteo Bonanni, classe 1982, attore, alle scolaresche dell’hinterland milanese e della Brianza: Matteo accompagna gli studenti in visita ai “luoghi manzoniani” della nostra città e durante il percorso, in alcuni luoghi prestabiliti, estrae il proprio leggìo e comincia a recitare e a proporre una lettura drammatizzata de “I promessi sposi”; al termine della lettura offre agli studenti alcune chiavi di lettura.
Oggi era la volta della scuola primaria di secondo grado “Aldo Moro” di Besana Brianza. “Quest’anno – raccontano le insegnanti che hanno accompagnato gli studenti – abbiamo coinvolto tutte e sette le classi terze. I ragazzi rispondono molto bene, seguono con interesse e noi notiamo con soddisfazione che la letteratura riesce ancora ad emozionarli. Cerchiamo di educare le nuove generazioni al bello e al rispetto oltre che insegnare loro le materie scolastiche”.
Il percorso parte dalla salita dei bravi, prosegue davanti alla chiesa di don Abbondio, passa davanti alla casa di Lucia e, alla base della scalinata che porta alla grotta della Madonna di Lourdes, propone la prima tappa teatrale. Qui, immersi nei luoghi ove si sono svolte le vicende narrate da Manzoni, con lo sguardo rivolto verso il palazzotto di don Rodrigo (villa Guzzi n.d.s.), i ragazzi ascoltano il primo capitolo; Matteo Bonanni veste i panni di Don Abbondio, dei bravi, di Perpetua.
“Questa formula funziona – ci racconta Matteo – perchè permette agli studenti di apprezzare il romanzo in modo nuovo: i ragazzi in genere seguono assorti e il romanzo da mera materia di studio prende vita e diventa interessante ed emozionante. Al termine della lettura propongo alcuni temi, ad esempio faccio notare che il romanzo in sè, privo delle note e degli approfondimenti, non è certo più lungo dei libri di Harry Potter! Chiedo loro cos’è un’opera d’arte, cosa suscita in loro la lettura di questo testo e ne faccio sentire la musicalità, faccio notare che Manzoni assegna un ‘tema musicale’ ad ogni personaggio; faccio norare ai ragazzi la capacità cinematografica di Manzoni, con quell’incipit in cui abbraccia il paesaggio dapprima nella sua vastità per poi piano piano chiudere e zumare sul borgo lecchese; mostro loro la tecnica teatrale dell’entrare e uscire dal copione, interrompendo la recitazione per rivolgersi agli spettatori come fa Manzoni quando interrompe la narrazione per rivolgersi ai suoi 25 lettori”.
“Mi aspettavo una cosa noiosa – dice una studentessa- invece mi sta coinvolgendo, sto scoprendo che I promessi sposi non sono solo un insieme di parole ma che ci sono molte emozioni; mi sono immedesimata con don Abbondio e ho provato parecchia agitazione, credo che al suo posto non sarei nemmeno riuscita a parlare”.
Il tour prosegue con l’addio monti, il convento di fra Cristoforo e si conclude alla rocca di Somasca con la lettura di quella tremenda e tormentata notte vissuta dall’Innominato dopo l’arrivo di Lucia.
Giovanna Samà