“Guardare all’estero internazionalizzarsi, aggredire i nuovi mercati, è fondamentale per la sopravvivenza delle imprese”. E’ la premessa del responsabile Ufficio Estero di Api Lecco, Marco Piazza, a racchiudere la finalità dell’ultima iniziativa promossa dall’Associazione Piccole e Medie Industrie della provincia di Lecco, e presentata giovedì mattina in conferenza stampa: il bando di contributo per azioni di sviluppo internazionale.
Tale iniziativa, orientata ai propri associati, propone un percorso di affiancamento alle aziende che vogliono investire nella propria promozione sul mercato estero, e delle agevolazioni di carattere economico che puntano ad ridurre i costi sostenuti dall’imprenditore nell’affrontare queste spese. Le attività proposte dall’ente, prevedono l’accompagnamento delle imprese ad eventi fieristici, la ricerca di partner stranieri, l’aumento della visibilità dei siti internet aziendali, corsi e workshop di management e internazionalizzazione, e l’incontro con potenziali clienti.
Nel concreto, Api stanzierà delle agevolazioni pari al 50% del costo sostenuto dall’azienda (al netto di eventuali contribuiti pubblici ottenuti sulla stessa iniziativa) per ogni attività svolta attraverso l’Ufficio Estero, per iniziative di importo superiore alle 500 euro. E’ previsto un massimale di 1.000 euro, se l’iniziativa è svolta da una singola azienda, e di 1.500 in caso di aggregazione di almeno tre associati; complessivamente, ogni azienda potrà utilizzare un budget di 3.000 euro per anno solare. Il bando ha preso il via lo scorso 14 febbraio e sarà disponibile fino al raggiungimento della somma massima stanziata dall’associazione, 50.000 euro.
Alla conferenza erano presenti, oltre a Marco Piazza, il presidente di Api Lecco, Riccardo Bonaiti, il direttore dell’ente, Mauro Gattinoni, e il consigliere Api (ideatore del bando) Luigi Pescosolido. Quest’ultimo ha spiegato l’importanza del progetto: “Il nostro è un tentativo di aiutare le aziende, che ancora non investono oltre frontiera ad affacciarsi a nuovi orizzonti; il mercato italiano attualmente è immobile, e crediamo che il futuro sia l’estero”. Sulla stessa linea il presidente Bonaiti: “Non è una certezza, ma può essere preso come dato di riferimento, il numero delle imprese che si sono appoggiate al mercato straniero e hanno dimostrato maggiore possibilità di cavarsela; credo che nel prossimo futuro questa equivalenza sarà certificata, in particolare per chi opera in un mercato italiano, sempre più chiuso e incerto”.