LECCO – Un momento per fare il punto della situazione e per condividere le difficoltà: questo il significato assunto dall’assemblea annuale di Confcommercio Lecco, che si svolgerà a porte chiuse il prossimo 19 aprile, e della quale il presidente Peppino Ciresa e il direttore Alberto Riva hanno voluto dare un’anticipazione alla stampa, nella mattinata di giovedì.
L’assemblea si terrà in una situazione di certo non semplice per gli esercenti lecchesi: la crisi economica, la contrazione del potere d’acquisto e il conseguente calo dei consumi, sono i fattori citati dal presidente Ciresa come le problematiche più sentite dai negozianti. Un dato senz’altro significativo è rappresentato dalle 89 cessazioni di attività, registrate nel primo trimestre di quest’anno; “Non tutte queste cessazioni derivano dal difficile momento economico – precisa il presidente Ciresa – ma è comunque un dato importante”.
Nonostante tutto, il bilancio dell’associazione resta positivo: il 2011 si è chiuso infatti con un saldo netto di 28 nuovi associati, e nel primo trimestre 2012, a fronte delle 89 cessazioni, si sono registrate 108 iscrizioni. “Questo risultato – spiega il direttore Riva – con tutta probabilità, subisce l’influenza del faticoso periodo per gli esercenti, che riscoprono così associazionismo”. Complessivamente, Confcommercio Lecco può contare, ad oggi, quattro mila iscritti.
Anche il peso fiscale, accresciuto notevolmente nell’ultimo anno e destinato a salire, è fonte di preoccupazione per il modo del commercio lecchese, soprattutto per i piccoli imprenditori già alle prese con la concorrenza della grande distrubuzione, favorita in qualche modo dalla liberalizzazione degli orari di lavoro. Su quest’ultimo punto il presidente Ciresa ha ribadito la contrarietà dell’associazione al provvedimento, ritenuto una “de-regolamentazione” del settore.
E proprio il pesante carico di tasse, insieme all’aumento degli affitti, ha suscitato nei rappresentati della Confcommercio lecchese, un po di scetticismo rispetto alle campagne di sensibilizzazione contro l’evasione fiscale e al tanto discusso blitz delle fiamme gialle a Cortina, poi ripetuto in altre città italiane. “Ci fa arrabbiare tantissimo – dice Ciresa – che, in mezzo a tutte queste difficoltà, ci dobbiamo anche sentire criminalizzati da pubblicità progresso che parlano dei commercianti come dei parassiti. Ci dobbiamo chiedere se un po evasori lo siamo tutti, a partire dalla massaia che chiama l’idraulico per cambiare il rubinetto e non si fa fare la fattura per risparmiare 30 euro. Ci siamo dentro tutti in questo calderone, per questo non è giusto criminalizzare le singole categorie”.
“Noi siamo per lo scontrino sempre e comunque – chiarisce Alberto Riva – ben vengano i controlli, ma crediamo che non si possa equiparare il barista che non stampa lo scontrino di un caffé, a chi esporta milioni di euro nei paradisi fiscali”.