Edilizia ferma e in crisi. L’Ance lancia l’allarme-mattone

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Mentre sta per preparare l’assemblea annuale lecchese, l’associazione dei costruttori edili (ANCE) ribadisce quanto il settore sia in una crisi profonda provocata dalla crisi dal credito alla casa diventato più difficile e dal ‘patto di stabilità’ che ha serrato i rubinetti degli investimenti pubblici.

“Crisi anno zero: ripartire dal territorio” è il titolo dell’importante appuntamento, che si colloca quest’anno in uno scenario particolarmente difficile per l’economia del nostro Paese, con forti ripercussioni negative in provincia di Lecco sull’andamento del settore dell’edilizia, contrassegnato da una profonda crisi testimoniata da un eccezionale ricorso alla cassa integrazione e da alcune chiusure aziendali.
Abbiamo scelto questo titolo – spiega il presidente Mario Sangiorgioperché sintetizza al tempo stesso lo stato di salute del nostro settore e dell’intero Paese, ma anche l’unica medicina che riteniamo possa e debba essere somministrata per uscire da questa situazione”.
Siamo all’anno zero della crisi: perché crediamo, e speriamo, di aver toccato il fondo – continua il presidente di ANCE Lecco. – Le nostre imprese si trovano in una situazione di eccezionale gravità. Il mercato è fermo. A livello privato c’è molta preoccupazione, che ostacola ogni investimento; le famiglie sono state in questi anni duramente provate dalla crisi e frenate nell’acquisto del ‘bene casa’ anche dal comportamento del sistema bancario, che ha stretto i rubinetti del credito. Sul piano degli investimenti pubblici, il “Patto di stabilità” si sta rivelando una tagliola mortale, che impedisce ai Comuni, anche a quelli virtuosi, di mettere mano perfino alla manutenzione”. Inoltre i pagamenti arrivano a rilento.

Sangiorgio inoltre lamenta che il settore è stato vittima “della finanza facile che ha portato operatori di altri settori ad invadere il nostro campo senza avere alle spalle alcuna preparazione professionale, attirati solo dal miraggio di facili guadagni”.

Guardare a Roma o a Bruxelles, per i costruttori lecchesi, non serve: “Non perché non abbiamo fiducia del Governo Monti o di quanto saprà incidere Draghi al timone della BCE. Semplicemente perché non è questa la stagione propizia per i grandi cambiamenti, né per le grandi riforme. In questo momento, Roma e Bruxelles hanno solo l’imperativo categorico di sopravvivere. È un altro il livello da cui occorre ripartire: ed è il livello territoriale, quello a noi più vicino, quello che tocca da vicino comuni e provincia. È da un cambiamento a livello locale che possono essere poste le condizioni per uscire da questa crisi e tornare a guardare al futuro”.

Per questo ANCE Lecco si rivolge ai sindaci dei Comuni della provincia: “Chiediamo di lavorare insieme per realizzare procedure più semplici e snelle, ridurre l’inefficienza, mettere in campo tutti gli incentivi possibili per rinnovare il patrimonio edilizio esistente, che si presenta obsoleto non solo a livello architettonico, ma anche sotto il profilo dell’impiantistica e del risparmio energetico. Basti dire che un edificio in classe B consuma 7 volte di meno energia di un edificio in classe H. E il 90 per cento degli edifici dei nostri comuni sono in classe H”.

L’assemblea dei costruttori sarà il prossimo venerdì 2 dicembre alle ore 17,30 presso la Sala convegni dell’ESPE (in via Grandi a Lecco).