LECCO – Il direttore di Confcommercio Lecco, Alberto Riva, interviene con decisione per ribadire la posizione dell’associazione contraria all’apertura continuata e continuativa dei negozi.
Il direttore Riva che rappresenta le 4000 imprese associate che danno lavoro a 13 mila persone spiega: “Aprire per più ore e più giorni fa crescere i costi non sempre compensati con maggiori ricavi, inoltre non aumenta il numero di negozi o posti di lavoro. Anzi. Non prendiamoci in giro! Bisogna avere più rispetto per chi lavora nel commercio e per i clienti-consumatori. Mi pare che ci sia in giro chi fa finta di non vedere da un lato le fatiche di chi opera nel nostro settore, dall’altro le difficoltà delle famiglie. Il problema è che oggi i salari non aumentano, che il cuneo fiscale continua a crescere invece che calare, che i soldi nelle tasche degli italiani sono sempre meno…”.
Il direttore non entra nel merito delle recenti polemiche relative alle aperture del 25 aprile e del 1 maggio: “Prima del 31 dicembre scorso esisteva un calendario con alcuni giorni in cui vi era l’obbligo di chiusura, comprese queste due feste civili. Oggi non è più così e comunque sulle festività infrasettimanali un distinguo va fatto perché bisogna tenere conto della programmazione del singolo esercente. Ma è bene anche ribadire un concetto fondamentale: anche prima i piccoli negozi pur potendo aprire tutte le domeniche in realtà concentravano il loro “impegno” in coincidenza con le aperture della grande distribuzione. E proprio perché oggi la grande distribuzione può aprire 365 giorni all’anno i commercianti hanno deciso di coordinarsi e di dare vita, a Lecco, a un calendario condiviso di aperture domenicali teso a offrire un servizio efficace e unitario. Una scelta, voluta e sostenuta da Confcommercio Lecco, che nelle prime due occasioni, 1 e 22 aprile, ha mostrato di essere vincente a detta degli stessi negozianti”.
Poi torna a insistere sui problemi che la “finta” liberalizzazione porta con sé per i commercianti: “Oggi più di ieri il negoziante fa fatica: decidere di aprire il negozio durante le feste non è una scelta che si fa a cuor leggero perché i costi sono evidenti a tutti anche se qualcuno la prende alla leggera e banalizza il tutto… Non scherziamo! Aprire durante le feste è un impegno economico e che intacca anche la vita personale e privata del titolare e dei suoi dipendenti. Basta con questo falso mito della liberalizzazione che in realtà, e qui mi ripeto, è solo deregolamentazione: non è la panacea di tutti i mali anzi è una medicina che peggiora se possibile lo stato febbrile! Le deregolamentazioni non hanno portato nuova occupazione, né rilanciato il settore, né aiutato il turismo. Nulla di tutto ciò. Basta con questi falsi miti. Siamo sempre stati contrari anche perché avevamo già gli orari più ampi e lunghi d’Europa e non c’era bisogno di incrementarli. Il bilancio è negativo: il decreto Salva Italia ha stravolto il calendario regionale che comunque aveva un suo equilibrio e ha tolto potere alle Regioni. Da questo punto di vista siamo ancora in attesa di conoscere l’esito del ricorso presentato contro il provvedimento che Confcommercio ritiene anticostituzionale”.
Ma l’analisi dell’attuale contesto economico passa anche dal guardare il punto di vista del consumatore: “Se prendiamo la situazione in cui versano le famiglie c’è poco da stare allegri. I consumi sono in calo e questo clima di paura e incertezza induce le persone a non spendere anche quello che in realtà potrebbero proprio perché spaventate dal domani. Questo continuo parlare di Imu, di nuove tasse, di Iva in crescita dal prossimo autunno fa male, anzi malissimo. E per chi continua a credere nel falso mito delle liberalizzazioni-deregolamentazioni andrebbe ricordato che se i soldi in tasca delle famiglie sono pochi non è l’apertura nel giorno di festa che li fa aumentare”.