Coldiretti, “Contro Vonderland”: giovani agricoltori in piazza per difendere l’agricoltura e la democrazia

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Giovani Coldiretti a Bruxelles con presidente Coldiretti Ettore Prandini
Giovani Coldiretti a Bruxelles con presidente Coldiretti Ettore Prandini

Giovani agricoltori in piazza a Bruxelles

“Vogliamo un’Europa che tuteli chi lavora la terra, chi si impegna a salvaguardare l’ambiente e a garantire cibo sano e sicuro per tutti”

LECCO/BRUXELLES – I giovani agricoltori lombardi scendono in piazza insieme a Coldiretti per denunciare quello che definiscono il tentativo, da parte dei tecnocrati europei guidati da Ursula von der Leyen, di compromettere l’agricoltura, la produzione alimentare e la sicurezza del cibo in Europa, mettendo a rischio le basi stesse della democrazia.

Con lo slogan incisivo “Abbiamo bisogno dell’Europa come il pane, ma questa non è l’Europa che vogliamo”, Coldiretti ha lanciato un’azione coordinata da Bruxelles a Roma per dare il benvenuto a “Vonderland”: una terra simbolica e autocratica, emblema di un’Europa percepita come sempre più distante dalla realtà, dai cittadini e dal mondo agricolo.

L’iniziativa ha visto la partecipazione di centinaia di giovani agricoltori Coldiretti. A rappresentare la Lombardia a Bruxelles c’era anche la delegazione di Coldiretti Lombardia, affiancata da figure di rilievo come il presidente nazionale Ettore Prandini, il presidente di Coldiretti Giovani Enrico Parisi, la responsabile di Coldiretti Donne Mariafrancesca Serra e la presidente di Campagna Amica Dominga Cotarella. Tra i giovani presenti anche rappresentanti delle province di Como e Lecco, tra cui Gabriele Lambrughi.

Andrea Sala e Lorenzo Pensa erano tra i giovani presenti. Proprio Lorenzo Pensa ha dichiarato: “Noi giovani agricoltori non chiediamo privilegi, ma equità. Vogliamo un’Europa che tuteli chi lavora la terra, chi si impegna a salvaguardare l’ambiente e a garantire cibo sano e sicuro per tutti. Basta con decisioni imposte dall’alto, senza ascolto né rispetto. Se l’Europa non cambierà rotta, sarà responsabile della perdita di fiducia dei cittadini nella democrazia. Ma noi non ci fermeremo”.

“Facciamo sentire la nostra voce per difendere il nostro futuro e quello dell’Europa – ha commentato Giovanni Bellei, delegato dei giovani di Coldiretti Lombardia – Abbiamo bisogno dell’Europa, ma non di un’Europa che mette a rischio la nostra capacità produttiva e la sicurezza alimentare, riducendo le risorse destinate all’agricoltura, ignorando il principio di reciprocità negli scambi internazionali e imponendo regole scollegate dalla realtà, spesso aggravate da una burocrazia soffocante”.

I giovani di Coldiretti hanno esposto striscioni provocatori con l’immagine di Ursula Von der Leyen nella sua immaginaria “Vonderland”, accompagnati da messaggi forti e inequivocabili: “Non spegnere la democrazia!”, “Non spegnere la salute!”, “Non spegnere l’agricoltura!”. Un richiamo diretto a una Commissione Europea percepita come sempre più distante, che, secondo Coldiretti, ignora le decisioni del Parlamento europeo e procede senza confronto democratico.

Gli striscioni non sono stati solo visibili dal palazzo di Farm Europe a Bruxelles, a pochi passi dalla sede della Commissione Europea, ma sono stati simbolicamente innalzati anche in luoghi iconici di Roma, come il Colosseo, la Fontana di Trevi e Piazza Navona, nonché davanti a sedi istituzionali come il Senato, rafforzandone così la valenza anche politica.

Una protesta che arriva a ridosso dell’annuncio della nuova stretta sui dazi, mentre si punta il dito ancora una volta contro Ursula Von der Leyen, indicata come principale responsabile di un immobilismo che, secondo Coldiretti, sta trascinando l’economia europea verso il baratro. I rischi per l’agricoltura vengono considerati dieci volte più gravi dei possibili effetti dei dazi imposti da Trump.

A far crescere la preoccupazione è soprattutto la nuova proposta di bilancio che la Commissione Europea presenterà: si ipotizza infatti la creazione di un fondo unico che accorpi le risorse destinate alla politica agricola e alla coesione territoriale. Se approvata, per la prima volta dal 1962 l’Europa non disporrebbe più di un budget chiaramente destinato al sostegno della produzione agricola e alla sicurezza alimentare.

“Siamo scesi in piazza perché in gioco c’è molto più del nostro futuro: è in gioco la democrazia e l’idea stessa di Europa – ha dichiarto da Bruxelles il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini – Siamo di fronte all’arroganza di una burocrazia europea che, sotto la guida della presidente Von der Leyen, calpesta ogni giorno il lavoro degli agricoltori e ignora sistematicamente la volontà dei cittadini. Un’Europa che sottrae risorse alla produzione di cibo per destinarle al riarmo, che spalanca le porte a prodotti esteri privi di garanzie, che firma accordi commerciali senza reciprocità e impone regolamenti scollegati dalla realtà agricola. Questa non è l’Europa che vogliamo“.

Giovani Lombardia a Bruxelles con delegato Giovani Coldiretti Enrico Parisi
Giovani Lombardia a Bruxelles con delegato Giovani Coldiretti Enrico Parisi

“Oggi Bruxelles si trova a dover trattare con la minaccia concreta di dazi USA fino al 30%, frutto dell’incapacità della Von der Leyen di negoziare con autorevolezza e difendere l’economia europea – ha sottolineato il presidente di Coldiretti – È l’ennesimo tassello di una politica economica e produttiva fallimentare, che mette in ginocchio interi settori e favorisce potenze come la Cina”.

Inoltre, il presidente di Coldiretti ha aggiunto: “Noi agricoltori non chiediamo privilegi, ma rispetto. Rispetto per chi ogni giorno garantisce sicurezza alimentare, tutela ambientale e presidio del territorio. Non accetteremo più decisioni imposte dall’alto, senza ascolto, senza confronto, senza dignità”.

“Lo diceva Sant’Agostino: la speranza ha due figli, lo sdegno e il coraggio. E oggi, più che mai, è tempo di entrambi – ha affermato da Roma il segretario generale di Coldiretti, Vincenzo Gesmundo – Sdegno per un’Europa tradita da chi, come Ursula von der Leyen, pretende di governarla ignorando le posizioni del Parlamento, degli Stati membri e persino dei propri Commissari. Scelte imposte dall’alto che vanno contro le reali esigenze di cittadini e imprese”.

“Coraggio, perché serve fermezza per fermare chi vuole smantellare la Politica Agricola Comune per finanziare i carri armati al posto del pane. Una tecnocrazia cieca, chiusa nei palazzi della Commissione, sta stravolgendo lo spirito originario dell’Unione Europea, nata per unire i popoli e non per schiacciarli, ma noi non ci stiamo. Senza agricoltura non c’è sovranità, senza cibo non c’è pace: c’è solo instabilità e conflitto. Coldiretti si mobilita per difendere il cuore dell’Europa vera: quella fatta di campagne, lavoro, comunità. Non possiamo permettere che si trasformi in una ‘Vonderland’. E ricordiamolo a tutti: contro i contadini non si governa” ha concluso il segretario generale di Coldiretti.