I dati dell’Osservatorio congiunturale rapido relativo al mese di marzo
“Il tessuto manifatturiero di Lecco e Sondrio si dimostra reattivo per affrontare la sfida dei dazi”
LECCO – I dati dell’Osservatorio congiunturale rapido relativo al mese di marzo, realizzato dai Centro Studi di Confindustria Lecco e Sondrio e Confindustria Como, tracciano uno scenario eterogeneo, nel quale prevale l’indicazione di stabilità.
Gli indicatori associati a domanda e fatturato risultano maggiormente dinamici per il mercato domestico rispetto all’export, frenato dagli effetti delle misure protezionistiche e dalla crescente incertezza. L’attività produttiva mostra invece una generale stabilizzazione sui livelli registrati a febbraio. Lo scenario occupazionale si conferma in tenuta, con giudizi prevalentemente orientati alla stabilità. Anche le previsioni per il secondo trimestre dell’anno indicano il mantenimento dello status quo.
Gli ordini in Italia si mantengono sui livelli di febbraio per il 43,5% del campione, crescono per il 27,2% e rallentano per il 29,3%. La domanda oltre confine è indicata in conservazione per il 45,2% del campione, in espansione per una realtà su cinque (20,3%) e in contrazione per il 34,5%. La produzione evidenzia dinamiche sostanzialmente in linea con quanto esaminato per la domanda e risulta stabile per oltre un’impresa su due (52,2%), in crescita per il 26,7% degli aderenti e in calo per il 21,1%. Il tasso medio di utilizzo degli impianti produttivi si attesta al 73,5%, dato superiore di circa tre punti percentuali rispetto a quanto registrato per la precedente edizione dell’Osservatorio congiunturale rapido.
Tra le realtà aderenti all’indagine si riscontrano differenze riguardo la capacità produttiva impiegata. L’utilizzo risulta più elevato nel caso delle aziende di medie dimensioni (78,8%), mentre per le realtà fino a 50 occupati il tasso arriva al 69,4%. Suddividendo le imprese in base al comparto di attività, si registra un tasso crescente passando da realtà tessili (67,2%) a quelle metalmeccaniche (74,8%), fino a quelle afferenti agli altri settori (77,5%).
Il fatturato mostra andamenti differenziati in base all’ambito geografico: le vendite in Italia mostrano dinamiche più vivaci e sono stabili per il 37,7% del campione, in espansione per il 37,6% e in diminuzione per il rimanente 24,7%. Il fatturato estero è principalmente improntato alla stabilizzazione: a fianco di quattro realtà su dieci (40,7%) che segnalano stabilità, il 30,9% del campione indica un incremento dei livelli e il 28,4% un calo. Le aspettative formulate dalle realtà dei tre territori per l’evoluzione del business nel secondo trimestre dell’anno non aprono a particolari cambiamenti, confermando un mantenimento del quadro generale: per quasi tre realtà su cinque (58,7%) è prevista stabilità mentre, in caso di ipotesi di variazione, le indicazioni di aumento (19,6%) e riduzione (21,7%) assumono entità simile, bilanciandosi.
Con riferimento all’orizzonte di visibilità sugli ordini, il portafoglio consente alle aziende del campione di pianificare l’attività per poche settimane nel 42,4% dei casi, per qualche mese nel 44,6% e per un periodo che supera il trimestre nel rimanente 13%. Le imprese dei tre territori hanno segnalato il persistere di difficoltà legate all’approvvigionamento delle materie prime anche nei primi mesi dell’anno. Quasi una realtà su due (47,3%) ha infatti indicato per il mese di marzo, rispetto a febbraio, un aumento dei costi per l’acquisto dei materiali e dei semilavorati necessari all’attività aziendale. A causa delle distorsioni ancora presenti lungo le catene di fornitura, è stato riscontrato un allungamento dei tempi necessari per ricevere le materie prime da un’impresa su cinque (20,4%), mentre oltre una realtà su dieci (11,8%) ha comunicato di essersi approvvigionato di quantità inferiori alle richieste.
L’aumento dei listini praticati dai fornitori, in combinazione con i marcati rincari delle fonti energetiche, ha pesato negativamente sull’attività delle aziende del campione: per il 12,8% delle aziende del campione sono stati ridimensionati o addirittura posticipati gli investimenti già programmati, per il 19,1% si è resa necessaria una riorganizzazione del lavoro e dei processi produttivi e per il 54,3% è stata registrata una contrazione della redditività aziendale.

Non emergono particolari situazioni di allerta sul versante dei rapporti tra le imprese delle tre province e gli Istituti di credito: il giudizio formulato riguardo l’evoluzione delle condizioni praticate nel mese di marzo riguarda la stabilità per oltre nove casi su dieci (93,9%) e il miglioramento nel rimanente 6,1%. Esaminando il parere espresso riguardo la propria liquidità, il 63,8% delle aziende ha rivelato un quadro nella norma, il 19,2% ha comunicato di ritenersi soddisfatto e il restante 17% ha indicato di poter migliorare la propria situazione finanziaria.
Risultano generalmente improntati alla stabilità anche i giudizi espressi riguardo l’andamento dell’occupazione nel mese di marzo, così come indicato direttamente dall’84% del campione. In caso di variazione, le indicazioni di riduzione dei livelli (11,4%) sono risultate più diffuse rispetto a quelle di aumento (4,3%). Circa un quinto (21,3%) delle aziende lecchesi, sondriesi e comasche ha segnalato di aver richiesto o di aver fatto ricorso agli ammortizzatori sociali a marzo. Da segnalare che molte delle richieste, che non si sono tradotte di fatto in un reale utilizzo, sono state determinate da una riduzione della domanda causata dalla diffusione del clima di incertezza che caratterizza alcuni mercati.
Le previsioni occupazionali per il secondo trimestre 2025 confermano un principale orientamento alla conservazione, ipotizzata da quasi quattro realtà su cinque (78,7%); in caso di variazione dei livelli, le aspettative di riduzione (17%) risultano maggiormente diffuse rispetto a quelle di crescita (4,3%).
Il quadro per le province di Lecco e Sondrio risulta sostanzialmente in linea con quello tracciato per i tre territori congiuntamente considerati. Coerentemente con le dinamiche registrate per il campione generale delle aziende delle tre province, le imprese dei territori di Lecco e Sondrio delineano per il mese di marzo 2025 uno scenario principalmente orientato alla stabilità, seppur con alcune differenze nelle evoluzioni tra mercato domestico e quello estero, in particolare con il primo che si mostra più dinamico rispetto al secondo.
Si riscontrano alcune criticità legate all’approvvigionamento delle materie prime, soprattutto per via dell’aumento dei costi delle commodities energetiche, nonché per la crescita dell’incertezza e delle difficoltà determinate dalle misure protezionistiche. Nel quadro generale, sono stabili sia i giudizi espressi riguardo il rapporto con gli Istituti di credito, sia quelli formulati riguardo l’andamento dell’occupazione, che nei due territori resta solida e conferma il buono stato di salute del sistema produttivo. Anche sul fronte previsionale è riscontrabile una prevalenza di ipotesi di conservazione degli indicatori.

“Ancora una volta, le valutazioni dei colleghi imprenditori delineano un quadro eterogeneo ma nel complesso stabile, senza segnali allarmanti né particolare enfasi sulla decelerazione degli indicatori economici – sottolinea Marco Campanari, Presidente di Confindustria Lecco e Sondrio -. Permangono alcune criticità, a partire dalle difficoltà legate agli approvvigionamenti e all’elevato costo dell’energia, che continuano a gravare sui bilanci aziendali. A queste si aggiungono le conseguenze dell’annuncio e dell’attuazione delle nuove misure protezionistiche, in particolare i dazi imposti dalla nuova amministrazione statunitense. Si tratta, tuttavia, di problematiche già note, che molte imprese del territorio avevano previsto e per le quali si stanno preparando. Dai riscontri quotidiani che riceviamo dagli imprenditori associati, emerge la consapevolezza che tali dazi produrranno effetti, in alcuni casi anche significativi, sull’attività delle aziende locali. Il tessuto manifatturiero di Lecco e Sondrio, però, si dimostra reattivo e già al lavoro per mettere in campo strategie adeguate ad affrontare questa nuova sfida”.
“La solidità del nostro sistema produttivo non è in discussione – evidenzia Giulio Sirtori, Direttore Generale di Confindustria Lecco e Sondrio -. Anche in un contesto complesso come quello attuale, segnato da incertezze geopolitiche e da un rallentamento generalizzato della domanda su scala globale, le imprese del territorio dimostrano ancora una volta capacità di tenuta e di adattarsi con rapidità ai cambiamenti mantenendo alta l’attenzione sulla qualità, sull’innovazione e sulla sostenibilità. Inoltre, non solo stanno proseguendo regolarmente le attività produttive, ma continuano a investire anche attraverso la ricerca attiva di nuove figure professionali da inserire nei propri organici. Questo dato è particolarmente significativo perché indica che, al di là delle criticità contingenti, permane un orientamento alla crescita e alla costruzione di valore nel lungo periodo”.

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