I dati diffusi dal Centro Studi di Confindustria Lecco e Sondrio restituiscono per il mese di marzo uno scenario sostanzialmente stabile
LECCO – In un contesto economico ancora incerto e influenzato da dinamiche globali complesse, l’industria metalmeccanica-meccatronica italiana continua a mostrare segnali contrastanti. Secondo l’ultima indagine congiunturale di Federmeccanica, nei primi tre mesi del 2025 la produzione del comparto ha registrato un timido +0,7% rispetto al trimestre precedente, ma su base annua si attesta un calo significativo del 5,8%. Un dato che sottolinea una debolezza strutturale del settore, più marcata rispetto all’industria nazionale nel suo complesso, che segna un -3,4%.
Nonostante questa flessione, l’export tiene (+1,3% su base annua), con una dinamica positiva verso i mercati extra UE (+1,6%) e un recupero importante della domanda dalla Germania (+7,1%), che compensa in parte il rallentamento verso gli Stati Uniti (-1,1%). Tuttavia, crescono le preoccupazioni legate alle nuove misure protezionistiche internazionali: l’80% delle imprese teme effetti negativi, soprattutto la perdita di quote di export, l’interruzione delle catene di fornitura e un’intensificazione della concorrenza sul mercato europeo.
Il clima di incertezza si riflette anche sulle scelte strategiche delle aziende: il 60% sta valutando una diversificazione dei mercati di sbocco per attenuare i rischi futuri. Eppure, nonostante l’attenzione alla competitività, il “Piano Transizione 5.0” non sembra attrarre: il 68% delle imprese non intende aderirvi, ritenendolo poco in linea con le proprie esigenze operative.

All’interno di questo quadro complesso, le imprese del territorio di Lecco e Sondrio mostrano una certa solidità. I dati diffusi dal Centro Studi di Confindustria Lecco e Sondrio restituiscono per il mese di marzo uno scenario sostanzialmente stabile. “In questo periodo di grande incertezza, che richiede attenzione costante alla realtà dei fatti e dove è particolarmente difficile prevedere gli sviluppi e prendere decisioni di lungo raggio, le imprese del territorio dimostrano ancora una volta la loro solidità e lo scenario è in sostanziale tenuta”, afferma Marco Galbiati, Presidente della Categoria Merceologica Metalmeccanica e Meccatronica di Confindustria Lecco e Sondrio.
Più nel dettaglio, la domanda interna si è mantenuta stabile per il 44% delle imprese, con quote uguali (28%) tra chi ha registrato crescita e chi una contrazione. Più altalenante l’export: stabile per il 42,9%, in aumento per il 19% e in calo per il 38,1%.
Anche la produzione mostra una buona tenuta: il 58,3% delle aziende ha mantenuto i livelli del mese precedente, il 16,7% ha aumentato i volumi e il 25% ha registrato un calo. Il tasso medio di utilizzo degli impianti si è attestato al 76,6%, in miglioramento rispetto al secondo semestre 2024 (69,2%).
Quanto al fatturato, si segnalano andamenti positivi sul mercato interno, mentre le esportazioni restano stabili. Sul fronte occupazionale, l’80,8% delle aziende del territorio non ha registrato variazioni, mentre tra quelle che hanno segnalato cambiamenti l’equilibrio è quasi perfetto: calo per l’11,5% ed espansione per il 7,7%.
Le aspettative per il prossimo futuro si mantengono caute: il 73,1% delle imprese prevede la conservazione degli attuali livelli di attività, mentre le ipotesi di crescita (11,5%) e di contrazione (15,4%) restano minoritarie.
A pesare sulle prospettive di medio termine non sono solo i dazi. “Non dimentichiamoci però che i dazi non sono purtroppo l’unica criticità da affrontare. Pensiamo ai prezzi dell’energia pagati dalle imprese italiane e ai costi, per il sistema produttivo ma anche per il tessuto sociale, del Green Deal europeo, al quale è necessario trovare una soluzione alternativa sostenibile per aziende e cittadini – avverte ancora Galbiati, sottolineando – la necessità di risposte efficaci a livello di politica industriale italiana ed europea”.

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