Metalmeccanica e Meccatronica: un settore sotto pressione ma il territorio regge

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Marco Galbiati ha presentato le dimissioni da presidente di Apaf
Marco Galbiati

I dati diffusi dal Centro Studi di Confindustria Lecco e Sondrio restituiscono per il mese di marzo uno scenario sostanzialmente stabile

LECCO – In un contesto economico ancora incerto e influenzato da dinamiche globali complesse, l’industria metalmeccanica-meccatronica italiana continua a mostrare segnali contrastanti. Secondo l’ultima indagine congiunturale di Federmeccanica, nei primi tre mesi del 2025 la produzione del comparto ha registrato un timido +0,7% rispetto al trimestre precedente, ma su base annua si attesta un calo significativo del 5,8%. Un dato che sottolinea una debolezza strutturale del settore, più marcata rispetto all’industria nazionale nel suo complesso, che segna un -3,4%.

Nonostante questa flessione, l’export tiene (+1,3% su base annua), con una dinamica positiva verso i mercati extra UE (+1,6%) e un recupero importante della domanda dalla Germania (+7,1%), che compensa in parte il rallentamento verso gli Stati Uniti (-1,1%). Tuttavia, crescono le preoccupazioni legate alle nuove misure protezionistiche internazionali: l’80% delle imprese teme effetti negativi, soprattutto la perdita di quote di export, l’interruzione delle catene di fornitura e un’intensificazione della concorrenza sul mercato europeo.

Il clima di incertezza si riflette anche sulle scelte strategiche delle aziende: il 60% sta valutando una diversificazione dei mercati di sbocco per attenuare i rischi futuri. Eppure, nonostante l’attenzione alla competitività, il “Piano Transizione 5.0” non sembra attrarre: il 68% delle imprese non intende aderirvi, ritenendolo poco in linea con le proprie esigenze operative.

Meccatronica
(Foto di Fabian Kragenings da Pixabay)

All’interno di questo quadro complesso, le imprese del territorio di Lecco e Sondrio mostrano una certa solidità. I dati diffusi dal Centro Studi di Confindustria Lecco e Sondrio restituiscono per il mese di marzo uno scenario sostanzialmente stabile. “In questo periodo di grande incertezza, che richiede attenzione costante alla realtà dei fatti e dove è particolarmente difficile prevedere gli sviluppi e prendere decisioni di lungo raggio, le imprese del territorio dimostrano ancora una volta la loro solidità e lo scenario è in sostanziale tenuta”, afferma Marco Galbiati, Presidente della Categoria Merceologica Metalmeccanica e Meccatronica di Confindustria Lecco e Sondrio.

Più nel dettaglio, la domanda interna si è mantenuta stabile per il 44% delle imprese, con quote uguali (28%) tra chi ha registrato crescita e chi una contrazione. Più altalenante l’export: stabile per il 42,9%, in aumento per il 19% e in calo per il 38,1%.

Anche la produzione mostra una buona tenuta: il 58,3% delle aziende ha mantenuto i livelli del mese precedente, il 16,7% ha aumentato i volumi e il 25% ha registrato un calo. Il tasso medio di utilizzo degli impianti si è attestato al 76,6%, in miglioramento rispetto al secondo semestre 2024 (69,2%).

Quanto al fatturato, si segnalano andamenti positivi sul mercato interno, mentre le esportazioni restano stabili. Sul fronte occupazionale, l’80,8% delle aziende del territorio non ha registrato variazioni, mentre tra quelle che hanno segnalato cambiamenti l’equilibrio è quasi perfetto: calo per l’11,5% ed espansione per il 7,7%.

Le aspettative per il prossimo futuro si mantengono caute: il 73,1% delle imprese prevede la conservazione degli attuali livelli di attività, mentre le ipotesi di crescita (11,5%) e di contrazione (15,4%) restano minoritarie.

A pesare sulle prospettive di medio termine non sono solo i dazi. “Non dimentichiamoci però che i dazi non sono purtroppo l’unica criticità da affrontare. Pensiamo ai prezzi dell’energia pagati dalle imprese italiane e ai costi, per il sistema produttivo ma anche per il tessuto sociale, del Green Deal europeo, al quale è necessario trovare una soluzione alternativa sostenibile per aziende e cittadini – avverte ancora Galbiati, sottolineando – la necessità di risposte efficaci a livello di politica industriale italiana ed europea”.