“L’assistenza alle fasce deboli è un settore lavorativo in costante crescita: oltre ai soggetti affetti da disabilità, che rientrano per primi in questa categoria, ci sono sempre più persone in forte difficoltà per disagi di carattere economico. Nonostante la nostra provincia continui a essere una delle migliori in tutta Italia, in termini di collocamento delle persone disabili, è ora crescente anche l’impegno verso i soggetti indigenti”. E’ questa la premessa dell’assessore provinciale al lavoro, Fabio Dadati, con la quale ha aperto, nella mattinata di martedì, la conferenza stampa di presentazione dei dati relativi all’attività di collocamento dei disabili e delle fasce deboli nel 2011; un servizio che ha visto un forte incremento di utenze nello scorso anno, le quali, come ha evidenziato l’assessore Dadati, non sono rappresentate solamente da soggetti invalidi, ma anche da quelle famiglie che si sono ritrovate in disgrazia a causa dell’attuale crisi economica.
Insieme all’assessore era presente all’incontro il responsabile dei servizi per l’impiego e per il lavoro della Provincia di Lecco, Marino Bottà: “Un anomalo incremento di iscrizioni ha caratterizzato il 2011: rispetto a una consueta media annuale di 350/400 iscritti tra i disabili, lo scorso anno abbiamo registrato 507 nuovi utenti. La causa di questo aumento è da rintracciare, non solo nei nuovi soggetti che si affacciano al mondo del lavoro, ma soprattutto nei lavoratori invalidi che hanno perso il proprio impiego, allontanati da aziende in crisi. Un altro fenomeno in atto è quello relativo alle persone che, in precedenza, avevano dichiarato la non disponibilità al collocamento, in questo caso sono soprattutto donne, che ora cercano di reinserirsi nel mercato del lavoro per riequilibrare la situazione economica della propria famiglia, sopperendo al licenziamento del figlio o alla cassa integrazione del marito”.
“Ci siamo accorti che, purtroppo, questi mondi non più così sono lontani, le distanze si sono accorciate – ha osservato con amarezza l’assessore Dadati – E’ abbastanza che un’azienda abbia un crollo improvviso nelle ordinazioni, che nel giro di pochi mesi venga posta in liquidazione; lo stesso vale per le persone e le famiglie, che da un momento all’altro possono ritrovarsi in stato di indigenza”.
La Provincia di Lecco ha cercato di “metterci una pezza” nel corso dell’anno passato, con alcune attività di sostegno al reddito delle famiglie, le quali hanno permesso il collocamento di soggetti disabili e appartenenti alla fascia più debole della popolazione: tra questi spiccano il progetto “Paese pulito” e la “Borsa sociale lavoro”. Nel primo caso si tratta di una convenzione stipulata con 57 comuni della provincia ed alcune aziende private, che ha portato all’assunzione di 90 disabili, impiegati come operatori ecologici; nell’ambito di questo progetto, la Provincia ha fornito, ai Comuni aderenti, un carrello completo di attrezzatura per la pulizia delle strade cittadine.
La “Borsa sociale lavoro”, invece , è stata progettata dallo stesso Bottà, ed è nata dall’esigenza di assistere economicamente le famiglie rimaste senza entrate derivanti da rapporti di lavoro e senza il beneficio di alcun ammortizzatore sociale. Il piano in questione prevede l’inserimento in aziende del territorio, tramite tirocinio per 6 mesi rinnovabili in ulteriori 6 mensilità, oppure con l’assunzione diretta dell’azienda per un periodo minimo di un anno; in quest’ultimo caso, è previsto un bonus a favore del datore di lavoro di 2.ooo euro erogati dalla Provincia. La retribuzione per il lavoratore ammonta a non meno di 600 euro mensili se l’impiego si svolge all’interno di enti pubblici, e non meno di 800 euro se avviene presso aziende private. Quest’opportunità si rinnova anche per il 2012, con la novità sostanziale che il servizio di collocamento, dapprima rivolto soltanto al padre, è cedibile agli altri membri della famiglia; inoltre, gli unici requisiti richiesti sono la certificazione di indigenza, rilasciata dal proprio Comune, e la residenza sul territorio lecchese da almeno un anno. Sono escluse dal servizio le persone disabili e le persone classificate come fasce deboli, in quanto già beneficiarie di analoghi servizi. La Provincia di Lecco, metterà a disposizione risorse economiche per ulteriori 20 Borse sociali, totalmente a proprio carico.
Parlando di lavoro e della crisi economica che sta colpendo il nostro Paese, emersa anche dai dati “snocciolati” durante l’incontro, è stato naturale per l’assessore Dadati esprimere le proprie considerazioni riguardo alle polemiche in atto nello scenario politico nazionale, in particolare riguardo al tanto discusso “posto fisso”: “Nel nostro contesto, flessibilità è una parola difficile, che il più delle volte coincide con il termine precarietà. La situazione attuale richiede di preservare il posto fisso, accingersi verso un mercato del lavoro più mobile deve prevedere condizioni atte a mantenere dignitosa la vita dei lavoratori”.