Nelle mozioni unanimi chiesti stato di emergenza, ristori rapidi a famiglie e imprese e interventi strutturali
Nel Lecchese colpiti diversi comuni della Brianza con strade chiuse e allagamenti
LECCO – Le pesanti conseguenze del nubifragio che tra il 22 e il 24 settembre ha investito la Lombardia, causando frane, allagamenti e blackout, sono arrivate ieri nell’Aula del Consiglio regionale. I consiglieri hanno approvato all’unanimità tre mozioni urgenti che impegnano la Giunta a chiedere al Governo il riconoscimento dello stato di emergenza e a istituire tavoli di coordinamento con Province e Comuni per la stima dei danni e la distribuzione dei fondi.
Nel Lecchese le criticità maggiori si sono registrate nei comuni di Bulciago, Barzago, Sirtori, Rogeno, Suello e Monticello Brianza, con strade e cantine allagate, blackout e la chiusura temporanea della Statale 342. Complessivamente, in tutta la regione, i Vigili del Fuoco hanno effettuato oltre 650 interventi di soccorso con più di 200 uomini impegnati.
Il nubifragio ha colpito con forza la Brianza, il Comasco, il Varesotto, Milano e la Bergamasca. A Meda è esondato il torrente Tarò, mentre i comuni di Lentate, Barlassina, Seveso, Cesano e Bovisio Masciago hanno registrato allagamenti, blackout e paralisi del traffico. In provincia di Como gravi criticità a Cabiate e nell’area del Triangolo Lariano; due frane hanno interrotto la Provinciale Lariana tra Blevio e Como e la Statale Regina, snodi strategici per la viabilità. Allagamenti ed esondazioni diffuse hanno colpito vari centri del Varesotto, aggravando i disagi alla popolazione. Il Seveso a Milano è nuovamente esondato, allagando quartieri del nord cittadino e mettendo in difficoltà la viabilità urbana. Piogge torrenziali hanno causato danni a infrastrutture e collegamenti nella Bergamasca, con frane e smottamenti in diverse aree della provincia.
Le mozioni chiedono interventi urgenti per rimborsare cittadini e attività economiche colpite, riparare le infrastrutture, mettere in sicurezza le scuole danneggiate e avviare un piano strutturale di prevenzione. La prima, presentata da Angelo Orsenigo (PD), chiede lo stato di emergenza nazionale, un tavolo con Province e Comuni per la quantificazione dei danni, e lo stato di calamità naturale per il settore agricolo, con l’impegno a integrare i contributi statali con fondi regionali. La seconda, firmata da Alessia Villa (FdI), sollecita una rapida stima dei danni, il sostegno immediato a cittadini e attività colpite, la verifica del funzionamento dei sistemi di allerta e un piano strutturale per ridurre il rischio idrogeologico. La terza, presentata da Alessandro Corbetta (Lega), ribadisce la necessità di un coordinamento tra Regione, Comuni e Province per garantire tempi rapidi nei ristori e nella ricostruzione delle infrastrutture, con il supporto alle richieste locali per il riconoscimento dello stato di emergenza.
Ora la palla passa alla Giunta regionale, che dovrà muoversi a livello nazionale per ottenere lo stato di emergenza e coordinarsi con gli enti locali per quantificare con precisione danni e risorse necessarie.

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