LECCO – “Scrivo non solo come consigliere PD ma anche socio del COE, l’associazione che sta gestendo l’ospitalità dei profughi a Esino Lario.
Penso che chiunque intervenga, senza pregiudizi e posizioni preconcette nel dibattito debba tenere presente alcuni elementi obiettivi tipo:
Il Comune cosa fa?
La disciplina sull’immigrazione è di competenza esclusiva dello Stato, in quanto collegata alla considerazione di svariati interessi pubblici e a vincoli di carattere internazionale.
Quindi i Comuni, Lecco compresa non hanno autorità sul tema e infatti tutta la questione relativa all’accoglienza è gestita dalla Prefettura.
Questo lo sa bene anche Maroni che non ha proposto leggi ad hoc. Infatti uno dei suoi pochi interventi sulla questione è stata la boutade ricattatoria di tagliare fondi ai comuni che danno ospitalità.
Prendono 35 euro al giorno?
Con i 35 euro a ospite le organizzazioni che gestiscono l’accoglienza pagano il vitto e l’affitto della struttura, (la maggior parte edifici non utilizzati da anni) ma soprattutto servono per pagare gli operatori, figli di famiglie italiane, che in queste organizzazioni lavorano. Agli immigrati viene riconosciuto un contributo personale di 2.50 euro al giorno, tanto per bersi un paio di caffè.
Il costo di questa emergenza è finanziato quasi interamente dalla U.E. Al quale giustamente si è rivolto il Governo. Purtroppo la politica dei Paesi UE è: …ti diamo i soldi per gestire l’emergenza ma non romperci le scatole con le quote.
Sono in giro sempre col cellulare in mano..
Finiamola di considerare il cellulare un bene di lusso. Ormai è diventato un accessorio entrato nella normalità della vita quotidiana. Chi non ce l’ha?
Anche 20 anni fa la radio sull’auto era un optional ora fa parte degli standard.
Gli immigrati sono quasi tutti giovani (dai 17 ai 25 anni) e non appena raccolta la somma necessaria, come del resto tutti i ragazzi del mondo, acquistano un cellulare che gli permette di essere in contatto con i loro parenti rimasti al paese di origine o che risiedono in altri paesi europei.
Io penso che per la maggioranza dei lecchesi, e io e la mia famiglia siamo tra questi, c’è la consapevolezza iche tutti i gli immigrati accolti nell’ultimo anno, non recano alcun danno alle nostre comunità, né limitano in alcun modo la nostra qualità di vita, né incidono sui problemi occupazionali dei nostri giovani (anzi tanti nostri giovani trovano opportunità di lavoro grazie all’emergenza immigrazione).
Solo il fastidio di vedere in giro gente di colore diverso non giustifica la presunzione generale ed assoluta di maggiore pericolosità dell’immigrato.
Per quanto gli interessi pubblici che interessano il tema dell’immigrazione siano molteplici, non può essere scalfito il carattere universale della libertà personale, che la Costituzione proclama inviolabili, e che spetta a tutte le persone non in quanto partecipi di una determinata comunità politica, ma in quanto esseri umani.
Il 90% degli immigrati non vuole rimanere in Italia, ma senza documenti non possono lasciare il nostro paese. Purtroppo dall’ingresso in Italia all’esame da parte degli organi competenti per le pratiche trascorrono anche 10/12 mesi. Il periodo è eccezionale e su quest’aspetto il Governo deve fare molto di più.
Soprattutto attingendo a nuove risorse umane, magari con il ricorso al servizio civile, e economiche sostenute dalla UE, per gestire sia l’accoglienza che post-accoglienza e accorciare il percorso di riconoscimento della presenza degli immigrati in Italia e quindi in Europa”.
Andrea Frigerio