Non c’è soltanto l’impatto turistico immediato del giorno dell’arrivo di tappa ai Resinelli a produrre effetti sul territorio. Uno studio effettuato dalla multinazionale delle ricerche di mercato Nielsen elaborato da Dino Ruta dell’università Bocconi ha evidenziato che le ricadute sono anche di tipo sociale, ambientale, politico ed economico.
L’importante è che il territorio si organizzi a si attivi con attività consorziali capaci di ottenere il massimo dal passaggio della carovana delle due ruote. Si tratta di un percorso da iniziare nei mesi precedenti anche dal punto di vista mediatico. E in tal senso Lecco sta già pensando a una mascotte lecchese da lanciare prima di maggio.
Perché in una zona dalla forte presenza manufatturiera votata per il 60% del proprio fatturato all’estero questa crisi ha fatto alzare il capo all’imprenditore lecchese, tipicamente abituato a lavorare a testa bassa, per trovare il modo di raccontare e rendere visibile l’eccellenza dei propri prodotti come mai gli era capitato di fare in passato.
Creare brand territoriali, ottenere visibilità anche attraverso un evento sportivo ora potrebbe costituire l’elemento di differenziazione. Certo vanno superati i piccoli egoismi – si è detto nel convegno di ieri sera alla Camera di Commercio – perché di questi tempi solo le grandi aziende possono giocare la partita in proprio. “La concorrenza ora si fa tra sistemi territoriali” ha osservato Carlo Spreafico il consigliere regionale che si è speso per portare a Lecco prima il Giro di Lombardia e poi quello d’Italia.
Tutto ciò in una collaborazione stretta tra amministrazioni pubbliche e imprenditoria. Non a caso in sala c’erano il sindaco di Lecco Virginio Brivio, il vicepresidente della Provincia Antonello Formenti e i sindaci con competenza sulla zona dei Resinelli: quello di Abbadia Lariana Cristina Bartesaghi e di Ballabio Luigi Pontiggia.
I luoghi che ricevono il Giro oltre a “tirarsi bene a lucido” devono riuscire a proiettare sulle immagini diffuse in tutto il mondo dal web, telefonia e televisioni un caldo invito a venire a vedere di persona i fantastici posti teatro del Giro. E lasciare quindi una impronta negli occhi e nella memoria degli spettatori remoti dell’evento sportivo, come ha spiegato Marco Gobbi, responsabile marketing e comunicazione del Giro d’Italia.
La ricerca Nielsen-Bocconi intitolata “Investire nel Giro d’Italia: un’opportunità per lo sviluppo del ‘sistema territorio” spiega inoltre che laddove l’organizzazione dell’evento risulti buona si ottengono risvolti fortemente premianti per le amministrazioni che l’hanno gestita. Contemporaneamente l’evento costituisce una occasione per sviluppare nel tessuto sociale e produttivo quella cultura della collaborazione che, nei momenti di transizione come questo, può risultare la carta vicente per traghettarsi oltre la crisi.
Sulla utilità del fare sistema per ottenere visibilità e rafforzare i marchi sono tornati sia il vicepresidente della Camera di Commercio di Lecco Arnaldo Redaelli sia il presidente della Confcommercio provinciale Peppino Ciresa.
Il convegno era stato introdotto dalla presidente del Comitato Lecchese per il Grande Ciclismo Elisa Corti. Mentre Dario Righetti della società di consulenza Deloitte & Touche ha presentato casi di successo di sponsorizzazioni sportive sia di aggregazioni territoriali sia di singole aziende e lo storico Gianni Menicatti (Gruppo Clas) con dotto excursus storico ha ricordato le date delle presenze del Giro nella provincia di Lecco, una delle meno toccate dalla carovana delle due ruote.