Dalla Regione 3 milioni di euro alle Comunità Montane

Tempo di lettura: 2 minuti

L’assessorato all’Agricoltura della Regione Lombardia apre il portafogli e attraverso il piano di sviluppo rurale distribuisce più di 3 milioni di euro alle Comunità Montane, per la precisione 3.362.755,52 euro. Di questi, una piccola fetta ovvero 195.145 euro andranno alla comunità montana della Valsassina, Valvarrone, Val d’Esino e Riviera.

“Si tratta della Misura 323 C del Programma di Sviluppo Rurale (PSR), che promuove iniziative di salvaguardia e valorizzazione degli alpeggi, finanzia la pratica alpicolturale, lo sviluppo della multifunzionalità degli alpeggi e contribuisce al benessere socio-economico del territorio montano – spiega l’assessore regionale Giulio De Capitani (nella foto) – I progetti ammessi a finanziamento prevedono interventi che vanno dalla manutenzione straordinaria e ristrutturazione di fabbricati ed impianti già esistenti, alla realizzazione ex novo e all’adeguamento tecnologico con il finanziamento dell’ installazione di impianti e di attrezzature fisse e di sistemi di mungitura mobile tesi ad agevolare il lavoro, ed al miglioramento del sistema di approvvigionamento idrico ed energetico dell’alpeggio. Nel piano di riparto sono previsti anche progetti di sviluppo per gli alpeggi con interventi finalizzati allo sviluppo integrato con il turismo d’alta quota e alpeggi modello con attività didattiche”.

Piena soddisfazione ovviamente da parte dell’assessore che conclude: “ La Regione è impegnata a valorizzare le pratiche di allevamento in alpeggio con questa misura infrastrutturale cui è da abbinare la misura 241/L che interviene come contributo e sostegno al reddito per le aziende agricole che si impegnano per alcuni anni ad allevare e lavorare nel periodo estivo nei prati in alta quota. Il sostegno della pratica dell’alpeggio ha più obiettivi, tra i quali spiccano la manutenzione del territorio che se utilizzato per scopi produttivi viene tenuto curato con benefici, anche economici, per la comunità Regionale sotto il profilo dell’ assetto idrogeologico del territorio; il proseguimento della tradizione con produzioni alimentari eccellenti quali taleggio, bitto e casera di alpe e infine ma non da ultimo il mantenimento dell’occupazione e creazione di nuove opportunità occupazionali, tenendo presente che lo sviluppo tecnologico ha cambiato anche realtà di vita come il lavoro del pastore casaro”.