“Che spetacul” il convegno sui dialetti lombardi

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Dialetti protagonisti al convegno “Lingue ritrovate. Dire, fare, pensare, con e sui dialetti”, che si è tenuto sabato al palazzo del Commercio di piazza Garibaldi e organizzato dal Centro di Cultura Aldo Paramatti in collaborazione con Rotaract Club di Lecco, Confcommercio e con il patrocinio del comune di Lecco.

Soddisfatto Umberto Paramatti presidente del Centro di Cultura: “La partecipazione è stata buona, come prima edizione non possiamo lamentarci, l’asupicio è che il convegno diventi un appuntamento fisso con scadenza annuale”.

L’idea di dare vita a una giornata di approfondimento sui dialetti la spiega lo stesso Paramatti: “Tre sono stati gli input che ci hanno convinto a organizzare questa kermesse; il primo, l’annoverare tra i soci del Centro di Cultura un grande studioso e appassionato di dialetti qual è Gianfranco Scotti, il secondo input è venuto dallo scoprire una miriade di studiosi e appassionati che negli ultimi anni hanno dato vita a dizionari e opere imperniate sul dialetto. Infine, il terzo input è un po’ una provocazione, mentre Alessandro Manzoni aveva sentito il bisogno di ”sciaccquare i panni in Arno”, noi invece abbiamo voluto riabilitare e rivalorizzare i dialetti del territorio proponendo un convegno”.

Felice per la buona riuscita dell’evento anche Gianfranco Scotti (tra i relatori) al quale è stato affidato il compito di moderare la giornata: “Abbiamo assistito a interventi davvero interessanti, a partire da quello di Giovanni Bonfadini che ci ha illustrato la posizione del dialetto lecchese all’interno del panorama lombardo. Curiosi gli interventi con cui sono stati presentati i quattro dizionari dialettali: lecchese, premanese, barnese (comune di Barni, ndr) e il più recente quello livignasco”, che hanno visto come relatori rispettivamente lo stesso Scotti, Antonio Bellati, Giulia Caminada ed Emanuele Mambretti.
Prima di loro Gabriele Iannaccaro (Professore di Glottologia ee Linguistica presso l’Università Bicocca di Milano) ha illustrato nuovi spunti per la ricerca dialettologica.

Attesa la relazione di don Remo Bracchi, professore ordinario di Glottologia e Storia della Lingua Greca e Latina alla Facoltà di Lettere Cristiane e Classiche presso l’Institutum Altioris latinitatis della Pontificia Università Salesiana di Roma, al quale è stato affidato il compito di spiegare i risvolti etnografici nel vocabolario.

Nella sessione pomeridiana del convegno sono intervenuti Ottavio Lurati (Ordinario emerito di Linguistica italiana all’Università di Basilea) che si è soffermato sui toponimi del lecchese e del comasco; Guido Borghi (Ricercatore di Glottologia e Linguistica presso l’Università degli Studi di Genova) che ha invece illustrato la continuità celtica della macrotoponomastica indeuropea nel bacino lariano, mentre Massimo Pirovano (Direttore del Museo Etnografico Alta Brianza) ha aperto un focus sull’inclusione ed esclusione sociale nel dialetto e nel gergo. Infine, Emanuele Banfi (Professore Ordinario di Linguistica Generale presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca) ha chiuso il convegno presentando l’architettura dei sistemi linguistici e dei processi di standardizzazione nei dialetti.

L’appuntamento, il primo ad augurarselo è Umberto Paramatti, è per il prossimo anno con la seconda edizione di “Lingue ritrovate. Dire, fare, pensare, con e sui dialetti”e che probabilmente porterà già con sè quelche novità.