VALMADRERA – Caldo torrido e ozono alle stelle anche in Lombardia. Negli ultimi giorni le centraline Arpa in molti luoghi hanno registrato livelli medi di concentrazione di ozono da allarme. Un problema che coinvolge tutta la Regione e il lecchese non è esente: nella giornata di ieri, 1° agosto, anche la centralina Arpa di Valmadrera ha registrato un dato medio di 184 microgrammi/m3 superiore al valore obiettivo definito dalla legge (120 microgrammi/m3).
Le ondate di calore possono avere effetti nocivi per la salute, soprattutto per gli anziani e gli ammalati, quando le temperature diurne superano i 35 °C e quelle notturne non scendono sotto i 25 °C. Nelle aree urbane il caldo oltretutto aumenta per l’effetto di asfalto, auto e sistemi di condizionamento e può arrivare ad aumentare la temperatura anche di 4-5 gradi.
“Come ogni estate continuiamo a leggere ‘bollettini di guerra’ dello smog – dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia -. Non è più rimandabile un’azione energica e organica delle istituzioni, a partire da Regione Lombardia, per ridurre l’impatto del calore nei centri urbani. Vanno incentivate nelle città azioni coraggiose di adattamento al cambiamento climatico e di riduzione del traffico veicolare. A partire dal blocco di tutti i diesel,perché ormai è chiara la loro enorme responsabilità enorme come fonte primaria di inquinamento. La salute dei lombardi deve essere una priorità della politica”.
La legge definisce infatti un valore obiettivo per la protezione della salute pari a 120 microgrammi/m3 come massima media mobile giornaliera calcolata su otto ore. Un valore da non superare per più di 25 giorni per anno civile, come media su tre anni. Al di là dei 120 microgrammi/m3 scatta la soglia di informazione (fino a 180 microgrammi/m3), definita come il livello oltre il quale esiste un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata per alcuni gruppi particolarmente sensibili della popolazione nel suo complesso e il cui raggiungimento impone di assicurare informazioni adeguate e tempestive. La soglia di allarme, fino a 240 microgrammi/m3, invece rappresenta il livello oltre il quale sussiste un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata per la popolazione nel suo complesso ed il cui raggiungimento impone di adottare provvedimenti immediati.

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