10^ Giornata dell’Economia:
2011 nero per Lecco

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LECCO – Lecco era in recessione già nel 2011. Questo il dato di sintesi del rapporto ” L’economia lecchese nel 2012″, presentato lunedì dal presidente della Camera di Commercio di Lecco Vico Valassi.

Il Pil provinciale a prezzi correnti nel 2011 è infatti diminuito dell’1,3%, a fronte dell’aumento regionale (+0,8%) e nazionale (+1,7%), evidenziando la solita tendenzia prociclica dell’economia locale. Conseguente alla recessione, anche l’occupazione registra un calo: nel 2011 si è registrata una riduzione della forza lavoro a 146.100, dai 147.700 del 2010, con il tasso di occupazione che scende al 64,7%  dal 76,6% del 2008 e con un aumento dal 5,3% al 5,6% del tasso di disoccupazione, in una realtà che per anni ha conosciuto livelli di piena occupazione. Si registra però, dato in controtendenza, la progressiva diminuzione del ricorso alla cassa integrazione, passata da 19,5 milioni di ore nel 2009 a 18,3 nel 2010 e a 14 milioni nel 2011, ma con un andamento molto differente dei singoli settori: se infatt0 il metalmeccanico ha registrato una decrescita costante, artigianato e commercio hanno evidenziato il “picco” nel 2010, le costruzioni continuano invece la loro agonia.

«Questi dati, già di per sé espliciti – spiega il presidente Valassi – sollecitano interventi urgenti, azioni concrete, di impatto trasversale, per arginare il rischio di impoverimento di una comunità, di un tessuto economico e sociale, facendoci capire che è il capitale umano il “fulcro” intorno al quale costruire la ripresa del sistema, del nostro Paese, quella che da tutti viene reclamata come “necessità di crescita”. In particolare, questa crisi ha messo in luce la necessità di non basare tutto sulla “finanza”, ma di ridare centralità ai valori reali del produrre, del rischio d’impresa, del “saper fare”.»

«Per produrre sviluppo e crescita economica devono essere assicurate condizioni normative e strutturali perché chi fa impresa possa farlo nelle migliori condizioni, e dunque anche il rapporto con il mondo delle Istituzioni, e certamente con il mondo bancario, deve avere dinamiche diverse e maggior fiducia reciproca. Il rapporto con le banche deve tornare ad essere molto più diretto, sapendo che il tessuto locale ha nel proprio “DNA” la correttezza e il rispetto degli impegni; quindi viene chiesto al mondo finanziario di saper investire e guardare anche oltre i rigidi parametri del rating. Perché è decisivo avere il coraggio di affrontare investimenti sia sul versante pubblico, sia su quello privato, e questo è ancor più vero se si vogliono alimentare innovazione e ricerca.»

Più speranzoso invece il messaggio del Dr. Giacomo Giusti, ricercatore di Camcom-Universitas Mercatorum: «Lecco nel 2012 ‘brucerà’ la ripresa dell’anno precedente, ma poi ripartirà e nel 2014 avrà recuperato i livelli precedenti alla crisi del 2009 – ha detto il ricercatore -. Già oggi la provincia lecchese si posiziona tra le prime 15 in Italia per la performance complessiva; nel 2012 salirà all’11° posto, per poi tornare al 15° nel 2013-2014, a causa di un rallentamento della crescita dell’export e del calo dei tassi di occupazione e attività. L’aspetto occupazionale dovrà essere tenuto in attenta considerazione: il rischio di ‘perdita di cervelli’, il gap tra competenze richieste dalle imprese locali e acquisite con il percorso di studi, e l’uscita di molte persone dalla ‘forza lavoro’ dovranno trovare adeguate risposte da parte delle Istituzioni».