LECCO – Nessuno sconto nella lotta all’evasione ma anche una richiesta pressante: basta criminalizzare il mondo del commercio e di chi fa impresa. Questa la risposta di Confcommercio Lecco all’indomani dei controlli a tappeto effettuati dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza, nel weekend appena trascorso.
“Prima di intervenire abbiamo preferito aspettare ed effettuare alcune verifiche, oltre ad avere i necessari riscontri – sottolinea il direttore di Confcommercio Lecco, Alberto Riva – L’operazione svolta sul territorio provinciale ha visto il controllo di quasi 120 imprese di tutti i settori, dall’agricoltura all’artigianato. Quindi è bene evidenziare che non si sia trattato di una “caccia” ai commercianti. Questo sarebbe un messaggio per noi inaccettabile: non intendiamo fare la parte del capro espiatorio! Ma c’è un aspetto ulteriore da rimarcare: buona parte dei controlli erano mirati rispetto a situazioni già monitorate dalla Gdf. E dico di più: il fatto poi che su 64 attività controllate siano stati riscontrati 18 esercizi con irregolarità dimostra che il tessuto produttivo del nostro settore, composto da migliaia di realtà imprenditoriali, è sano”.
“Non temevamo, e lo dicevamo anche in tempi non sospetti, questi controlli – spiega il direttore – perché la verità è che i commercianti del territorio le tasse le pagano. Due mesi fa su Il Sole 24 Ore era riportato l’esito di un indagine che mostrava come nel Nord Italia dagli studi di settore emergessero imprese congrue e coerenti. Questo è un elemento oggettivo del fatto che le nostre imprese pagano quanto richiesto. Nello stesso tempo riteniamo però che ci siano diverse questioni aperte. Da un lato ben vengano i controlli perché anche chi non batte uno scontrino deve essere sanzionato ma chiediamo che sia evitata un’enfasi negativa che non serve a nessuno. Riteniamo che l’azione di controllo vada effettuata anche puntando in altre direzioni: i veri e importanti evasori fiscali sono altri. Come ripete spesso il presidente nazionale di Confcommercio Carlo Sangalli, i commercianti non conoscono gli indirizzi dei paradisi fiscali. Nello stesso tempo crediamo anche che sia necessario porre attenzione sull’elevata pressione fiscale del nostro Paese che ha raggiunto livelli non più sopportabili”.
Una presa di posizione ribadita anche dal presidente di Confcommercio Lecco, Peppino Ciresa: “Dire che il 30% dei commercianti è un evasore oltre che falso è offensivo per la categoria e per il territorio. Basta criminalizzare il nostro mondo: se su 25mila imprese del territorio, di cui metà del commercio e dei servizi, vengono trovate 18 realtà che hanno commesso errori ha senso far passare il messaggio che Lecco è un territorio di evasori? Secondo me no! Evitiamo di mettere i bollini e di marchiare alcune categorie o alcune persone. Da sempre siamo per la legalità e per la lotta all’evasione. Senza arretramenti lo siamo anche oggi. Ben vengano i controlli di cui non abbiamo alcuna paura: chi sbaglia è giusto che venga sanzionato. Ma teniamo conto di quali errori si commettono ed evitiamo la pubblica gogna: mettere in piazza i nomi di chi sbaglia, come qualcuno vorrebbe, sarebbe drammatico e non porterebbe a risultati. Servirebbe solo ad avvelenare il clima con un “tutti contro tutti” che non serve a nessuno”.
“Il momento è difficile per tutti – prosegue Ciresa – ma bisogna ricordarsi che sono le imprese a creare occupazione: questo non avviene per legge. Proprio per questo servirebbe una politica di supporto e di sostegno alle imprese che tenga conto delle loro reali esigenze. Tra queste c’è sicuramente quella relativa a tasse troppo elevate. Da tempo chiediamo di diminuire in modo strutturale il prelievo fiscale. Questa non vuole essere una giustificazione per nessuno, ma non si può fare finta che il problema tassazione non esista!”.