LECCO – “In Lombardia chiudono definitivamente 82 Uffici Postali e molti altri saranno aperti a singhiozzo, mentre nel recapito a breve sono previsti 500 posti in meno che arriveranno a 1.000 entro fine anno”. Questo l’allarme lanciato dalla Cisl Slp Lecco, preoccupata per i tagli al vaglio dell’amministrazione di Poste Italiane, la quale ha presentato all’AGCOM un piano di riordino che prevede la chiusura di oltre 1.000 uffici in tutta Italia . Secondo tale progetto, in provincia di Lecco si avviano alla chiusura l’ufficio postale di Oliveto Lario, Onno, Limonta e Cremeno.
“Oltre alle chiusure definitive – spiega il segretario del sindacato, Antonio Pacifico – vengono razionalizzati altri 50 uffici postali in tutta la Regione, oltre ai circa 150 già razionalizzati nei mesi scorsi, nei quali viene attuata l’apertura solo 3 giorni alla settimana.
A Lecco – continua – verranno razionalizzati Varenna, Montevecchia, Erve, Moggio e Lecco Succ.6 (San Giovanni); mentre chiuderà definitivamente Cremeno, e di Onno, Oliveto e Limonta, già razionalizzati, forse ne resterà soltanto uno.
Ormai l’obiettivo fisso dell’Amministratore Delegato di Poste è tagliare i costi fregandosene dei servizi di cui sarà privata la collettività. Infatti insieme agli uffici postali da chiudere e/o razionalizzare, sta per cominciare la riorganizzazione dei Servizi Postali e del Recapito che produrrà ulteriori tagli di posti di lavoro a breve (circa 500 in Lombardia) e circa mille entro l’anno”.
Il sindacato e i lavoratori sono quindi pronti a dare battaglia, dopo aver già dimostrato la propria amarezza nel presidio dello scorso 16 giugno all’area ex Piccola di Lecco.
Ad essi si affianca nella protesta anche Rifondazione Comunista Lecco, con una lettera indirizzata ai sindaci di Oliveto Lario, Cremeno, e al prefetto di Lecco, Antonia Bellomo, nella quale segretario provinciale, Francesco Coniglione, chiede il loro impegno affinché non si adoperino tali chiusure.
“Si parla di tagli di servizi effettuati solo sulla base di costi/ricavi che non tengono minimamente conto dei bisogni dei cittadini in particolare degli anziani che vivono in queste zone anche malservite dai trasporti pubblici. Disagi su disagi quindi”, spiega il segretario Coniglione.
“I servizi pubblici e fra questi la posta, – prosegue – proprio perché pubblici servizi, non possono e non debbono tener conto solo della loro economicità, ma debbono rispondere in primo luogo alle domande e ai bisogni dei cittadini e quindi essere ancor più mantenuti e migliorati nella loro complessità nelle zone disagiate”.