Bilancio di fine anno per Confindustria Lecco Sondrio
“Il 2025? Inutile fare previsioni, contesto troppo precario”
LECCO – “Si naviga a vista, o poco più, gli orizzonti sono complessi e dobbiamo essere in grado di re-inventarci, dal momento che le carte in tavola continuano a cambiare. Ma non posso che esprimere soddisfazione: i dati relativi all’industria dell’ultimo trimestre sono positivi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, sul nostro territorio le imprese tengono”.
Il presidente di Confindustria Lecco e Sondrio Marco Campanari, affiancato dal direttore Giulio Sirtori, traccia il consueto bilancio di fine anno, in un quadro macroeconomico complicato le cui ripercussioni si stanno facendo sentire anche sul nostro territorio.
Campanari è alla guida dell’associazione da maggio dopo la scomparsa dell’ex presidente Plinio Agostoni: “Non sono molti mesi ma mi consentono comunque di tratteggiare un quadro della situazione – commenta – questo 2024 è stato caratterizzato da tante vicissitudini, a livello italiano, europeo e mondiale, che hanno avuto giocoforza effetti complessi anche qui, sui cittadini e sugli imprenditori. Ciò che posso affermare con sicurezza è che, in questo contesto difficile, la vocazione fortemente manifatturiera del nostro territorio è un’asset fenomenale, un punto fermo che ci consente di rimanere a galla e di continuare a navigare nonostante i mari agitati”.
Una situazione più rosea, dunque, rispetto a quella che si stanno trovando a fronteggiare paesi come la Germania e la Francia, definita “disastrosa”: “Le nostre aziende tengono, hanno fondamenta solide, i percorsi fatti hanno dato dei risultati e anche sul fronte occupazionale non si rilevano grosse criticità. Non faccio previsioni sul 2025 – ha continuato il numero uno degli industriali – non abbiamo la sfera di cristallo e vista la precarietà del contesto forse non ha nemmeno senso esprimersi su cosa ci aspetta il prossimo anno”.
Il bilancio di fine anno è stato anche occasione per valutare l’operato del Governo Meloni: “Credo che stia facendo mediamente bene, tentando di dare un senso di solidità al paese, cosa non scontata – ha commentato Campanari – certamente se il Pil italiano regge è solo per merito delle imprese. Ci sono degli aspetti però che non convincono, cito per esempio il Piano Industria 5.0 che, a discapito del nome di innovativo, non porterà molto, dal momento che i fondi chiesti e aggiudicati per investire in nuove tecnologie e macchinari sono di un ammontare microscopico rispetto alle dotazioni e questo si rifletterà in negativo su quegli investimenti che non potranno così essere attuati. Spiace perché, contrariamente, il Piano Industria 4.0 aveva consentito di raggiungere risultati straordinari”.
Tante le progettualità portate avanti a livello associativo, che Campanari ha definito ‘fulcro dell’attività’: “L’obiettivo è sempre stato quello di dimostrare agli associati che non ci fermiamo a ciò che viene detto durante i convegni e le riunioni ma che alle parole seguono i fatti. Per questo sono particolarmente orgoglioso di due progetti che abbiamo portato avanti in questo 2024, lo Studio Strategico Territoriale con The European House Ambrosetti, portato avanti con i colleghi di Confindustria Como, che è nato dalla necessità di concretizzare una visione per il futuro delle province di Como, Lecco e Sondrio: un’area vasta che ha interessi omogenei e deve essere capace di combattere battaglie unitarie. Quindi, sul tema educativo e formativo, il grande e oneroso progetto di avviamento al Viganò di Merate di un corso di studi quinquennale di Meccatronica (per la formazione di periti meccanici, ndr) che prenderà il via con il prossimo anno scolastico“.
“Questo ambizioso progetto nasce da un tema attuale, il forte disallineamento tra domanda e offerta in ambito meccatronico – ha spiegato Campanari – in provincia di Lecco ci sono solo due scuole che formano periti meccanici, una a Lecco e una a Colico, i diplomati annuali sono poco meno di 70, di cui una buona parte decide di proseguire con gli studi universitari e quindi non entra nel mercato del lavoro. Ciò a fronte di una domanda altissima, questo è il paradosso dei nostri tempi. In tutto il meratese, dove pure la presenza di imprese è importante, non c’è nessuna scuola professionale di meccatronica, da qui la decisione di investire e contribuire ad avviare il corso presso l’Istituto Viganò: il mondo dell’impresa ha sempre avuto un occhio di attenzione a questi temi e anche questa volta farà la sua parte”. L’obiettivo futuro sarebbe, come spiegato, quello di rendere possibile la frequentazione del corso anche come apprendistato professionalizzante.