Ottimismo in crescita per il 2025
“Il sistema produttivo del nostro territorio continua a far fronte a una situazione complessa”
LECCO – Sono stati diffusi i risultati dell’Indagine congiunturale di Federmeccanica sull’Industria Metalmeccanica-Meccatronica italiana, che evidenziano un rallentamento anche nella provincia di Lecco, sebbene la situazione resti sostanzialmente stabile.
Nel quarto trimestre del 2024, la produzione metalmeccanica-meccatronica ha registrato una contrazione del 5,6%, determinando una diminuzione annuale del 4,2%. Questo risultato risulta più negativo rispetto all’andamento complessivo dell’industria, che ha segnato un calo del 2,2% nel periodo ottobre-dicembre e una riduzione del 2,5% nell’intero anno.
L’export metalmeccanico/meccatronico del 2024 si è concluso a 277 miliardi di euro, registrando una contrazione del 3,8% rispetto all’anno precedente, un calo decisamente più marcato rispetto al -0,4% a livello nazionale. Le esportazioni verso l’UE sono scese del 4,6% (-10,4% verso la Germania), mentre quelle extra-UE hanno subito una flessione del 2,9% (-11,4% verso gli Stati Uniti). Inoltre, il 40% delle imprese metalmeccaniche ha registrato una diminuzione delle esportazioni verso la Germania nel 2024.
Quasi la metà delle imprese (48%) segnala una diminuzione del fatturato nel 2024 rispetto all’anno precedente, mentre il 38% ha registrato un calo del margine operativo lordo. Inoltre, l’11% delle imprese valuta la situazione della liquidità aziendale come “cattiva o pessima”.
Cresce sensibilmente il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni (+33,2% sul 2023): per quella ordinaria le ore autorizzate sono aumentate del 68,4%. (Per consultare l’indagine è possibile visitare il sito web www.federmeccanica.it)
Anche nelle province di Lecco e Sondrio si osserva un rallentamento, sebbene la situazione rimanga sostanzialmente stabile. “Nonostante l’instabilità crescente del contesto internazionale e l’ulteriore impatto dell’aumento dei costi energetici, il sistema produttivo del nostro territorio continua a far fronte a una situazione complessa, mantenendo però solidità nei suoi fondamentali. Anche i dati relativi alla Cassa Integrazione nelle nostre province devono essere letti con attenzione, poiché l’effettivo utilizzo rimane attualmente ben al di sotto delle richieste” commenta Giacomo Riva, Presidente della Categoria Merceologica Metalmeccanica e Meccatronica di Confindustria Lecco e Sondrio.
“Questo non significa che siamo esenti da preoccupazioni. Al contrario, monitoriamo con attenzione ogni evoluzione e auspichiamo che, sia a livello nazionale che europeo, vengano finalmente adottate politiche industriali non di breve termine, ma orientate al futuro, ponendo il sistema produttivo al centro come asset competitivo di fondamentale importanza” conclude Giacomo Riva.

Per quanto riguarda il livello territoriale, i dati elaborati dal Centro Studi di Confindustria Lecco e Sondrio evidenziano che, tra luglio e dicembre 2024, le imprese metalmeccaniche delle due province confermano le previsioni di rallentamento, mostrando una tendenza negativa per tutti e tre gli indicatori analizzati.
La variazione tendenziale media registrata è di circa nove punti percentuali e mezzo (-9,3%), mentre il dato congiunturale, confrontato con i livelli della prima metà dello stesso anno, mostra una media di -8,4%.
Per i primi sei mesi del 2025 si rileva un cauto ottimismo, con le realtà del campione che segnalano un’inversione di tendenza rispetto alla fase di moderata contrazione del 2024. Si prevede infatti un incremento della domanda e dell’attività produttiva (in media +1,7%), a fronte di un leggero assestamento del fatturato (-0,4%).
Nel secondo semestre del 2024, il tasso medio di utilizzo degli impianti di produzione mostra una diminuzione di circa quattro punti percentuali, passando dal 73,3% di giugno al 69,2% di settembre.
Le aziende metalmeccaniche di Lecco e Sondrio continuano a sfruttare con successo una delle principali leve competitive del tessuto manifatturiero locale: l’internazionalizzazione. Le esportazioni rappresentano una quota significativa del loro fatturato, con oltre due quinti (40,6%) delle vendite complessive dirette a clienti internazionali. Nella seconda metà del 2024, la maggior parte delle esportazioni è stata indirizzata verso i paesi dell’Europa Occidentale (21,5% del fatturato totale). Altre aree di rilevanza includono gli Stati Uniti (5%), l’Est Europa (4,6%), i BRICS (2,8%), l’Asia Occidentale (2,5%) e l’America Centro-Meridionale (2,1%).
Nel secondo semestre del 2024, le imprese metalmeccaniche del campione hanno segnalato alcuni fattori di disturbo nell’approvvigionamento delle materie prime. Le problematiche non hanno riguardato tanto l’andamento dei prezzi dei fornitori, che nella maggior parte dei casi sono diminuiti, quanto le inefficienze ancora presenti lungo le catene di fornitura. A queste si è aggiunto l’impatto del rialzo delle quotazioni energetiche, che ha comportato un aumento dei costi di produzione per circa un’impresa su tre (33,5%) e una riduzione della marginalità aziendale per oltre la metà del campione (54,3%).
I giudizi formulati dalle realtà del campione rispetto al loro rapporto con gli Istituti di credito nel corso del semestre luglio-dicembre 2024 hanno tracciato un quadro di prevalente mantenimento delle condizioni, indicato da quasi nove realtà su dieci sia per quanto riguarda i costi di accesso al credito (85,7%), sia in relazione alla disponibilità delle banche a concederlo (89,3%).
Anche per quanto concerne la valutazione della liquidità aziendale non si riscontrano particolari campanelli di allarme ma una situazione nella norma o soddisfacente per oltre otto realtà su dieci (82%).
Lo scenario occupazionale continua a orientarsi verso la stabilità, con una prevalenza di aziende che indicano il mantenimento dei livelli occupazionali (73,3%) nella seconda metà del 2024. A questa tendenza si affiancano giudizi di aumento (10,5%) e riduzione (16,2%) che risultano di entità simile. Le previsioni per l’andamento degli organici nel periodo gennaio-giugno 2025 confermano la continuità di questo quadro delineato per la seconda metà del 2024.

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