L’86% delle aziende Confapi Lecco Sondrio favorevole al nucleare

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Enrico Vavassori Confapi Lecco Sondrio
Enrico Vavassori, presidente di Confapi Lecco - Sondrio

L’indagine di Confapi Lecco Sondrio rivela il parere delle imprese su nucleare e mercato energetico europeo

Il presidente Vavassori: “Il costo dell’energia continua a pesare in modo insostenibile sulle nostre pmi, mettendo a rischio la loro competitività e il loro futuro”

LECCO – L’energia è ormai al centro del dibattito tra le piccole e medie imprese delle province di Lecco e Sondrio. Un’indagine realizzata dal Centro Studi di Confapi Lombardia ha messo in evidenza le preoccupazioni e le richieste delle aziende associate riguardo alla gestione del sistema energetico, con risultati chiari e significativi.

Secondo il report, l’86% delle imprese intervistate è favorevole all’installazione di impianti nucleari in Italia, considerato essenziale per garantire maggiore autonomia energetica, abbattere i costi e migliorare la competitività a livello internazionale. La domanda di nucleare emerge in un periodo in cui il costo dell’energia continua a crescere, mettendo a dura prova la sostenibilità economica delle piccole e medie imprese italiane.

Nel corso dell’indagine, il 88% delle aziende ha inoltre espresso il proprio sostegno per la creazione di un mercato unico dell’energia europeo. L’obiettivo è quello di garantire pari condizioni a livello continentale per rafforzare le istituzioni europee e combattere l’instabilità dei prezzi energetici che, secondo il 48% degli intervistati, sta penalizzando le imprese. La volontà di creare un sistema più integrato appare dunque come una risposta concreta a un mercato energetico che, secondo Confapi, oggi appare squilibrato e fonte di concorrenza sleale per le imprese italiane.

Un altro dato interessante riguarda la gestione dei costi energetici, che risultano particolarmente gravosi per le PMI. Il 64% delle aziende ha dichiarato che una parte significativa dei costi energetici viene assorbita direttamente dalla produzione. Per cercare di contenere questi costi, ben il 70% delle imprese ha adottato misure per ottimizzare i consumi, come l’installazione di contatori intelligenti. Tuttavia, solo il 25% delle aziende ha introdotto soluzioni software avanzate per monitorare e gestire i consumi energetici.

Nonostante l’incentivazione all’uso delle fonti rinnovabili da parte del Governo, la strada per un passaggio concreto alle energie green appare irta di ostacoli. Mentre oltre l’80% delle imprese si è dimostrato interessato a installare impianti rinnovabili, solo il 47% ha effettivamente proceduto con l’investimento. I motivi principali di questo ritardo sono legati alla burocrazia e ai lunghi tempi di autorizzazione, che spesso superano l’anno, rendendo gli investimenti poco appetibili. L’86% delle aziende, infatti, ha sollevato preoccupazioni riguardo alla lentezza del sistema autorizzativo e alla complessità delle pratiche gestionali.

Enrico Vavassori, presidente di Confapi Lecco Sondrio, ha commentato i risultati dell’indagine sottolineando che “il costo dell’energia continua a pesare in modo insostenibile sulle nostre pmi, mettendo a rischio la loro competitività e il futuro del nostro tessuto produttivo”. Vavassori ha inoltre richiamato l’attenzione sulla necessità di semplificare il sistema burocratico per accelerare la transizione energetica e garantire incentivi concreti che favoriscano l’adozione di tecnologie sostenibili.

“La transizione energetica è un obiettivo necessario – ha sottolineato il presidente – ma oggi si scontra con una burocrazia che frena gli investimenti. Il 76% delle aziende che ha installato impianti rinnovabili deve affrontare difficoltà gestionali e autorizzative, mentre i tempi per ottenere permessi restano inaccettabili. Se vogliamo davvero accelerare sulle fonti ‘green’ servono regole più semplici e incentivi concreti”.

In merito al nucleare, Vavassori ha esortato a superare le posizioni ideologiche, ricordando che “l’86% delle nostre imprese ritiene che il nucleare possa garantire una maggiore autonomia energetica all’Italia e migliorare la nostra competitività industriale”. La proposta di un referendum sul nucleare, come quello del 1987, è stata bocciata dall’85% delle imprese, ritenendo che si tratti di una scelta che deve essere presa da esperti tecnici, data la sua rilevanza strategica.

L’indagine quindi offre uno spunto di riflessione importante: il tema dell’energia non è solo una questione di costi, ma un fattore decisivo per la competitività delle imprese italiane e per il futuro industriale del Paese.

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