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LECCO – Entro novembre la conclusione dei lavori, poi il collaudo e quindi la piena operatività a partire dall’inizio del 2016? Nient’affatto.
I locali dell’ex Poliambulatorio destinati a diventare la nuova sede della Prefettura di Lecco, restano un’area di cantiere dove da qualche mese non si vede più nemmeno un operaio. La promessa di vedere finalmente conclusi i lavori con il nuovo anno era stata strappata dall’on. Gian Mario Fragomeli al Provveditorato delle opere pubbliche, nel giugno dello scorso anno.
L’onorevole democratico aveva effettuato un sopralluogo nello stabile di via XI Febbraio insieme ai funzionari dell’ente ministeriale ai quali aveva chiesto “precise garanzie in merito ai tempi di chiusura del cantiere”.
L’intervento di ristrutturazione, dopo il contratto d’appalto stipulato nel 2008 per 3,2 milioni di euro, era iniziato nel 2010 e avrebbe dovuto concludersi due anni dopo. Ne sono passati altri quattro di anni ma l’opera non è stata ancora terminata.
“L’ultimo cronoprogramma che ci è stato consegnato vede nel 31 dicembre 2016 la nuova fine lavori – spiega Stefano Simeone, capo di Gabinetto della Prefettura di Lecco – la cosa grave e che ci preoccupa, è che malgrado innumerevoli solleciti, non abbiamo più ricevuto riposte dal Provveditorato. Non sappiamo se l’impresa appaltatrice sia fallita o sia ancora operante, nemmeno conosciamo lo stato attuale dei lavori. Alle lettere che abbiamo inviato al Provveditorato non ci è stata data nessuna risposta”.
A preoccupare il capo di Gabinetto è anche lo stato di degrado in cui versa la struttura: dalle finestre rimaste aperte penetra acqua all’interno dell’edificio, rischiando di procurare danni ai locali e quindi costringere a nuovi lavori.
Le transenne che dovrebbero essere poste a difesa del cantiere, poi, sono state scostate e consentono a chiunque l’accesso allo stabile.
Eppure, stando a quanto era emerso lo scorso giugno, per concludere i lavori mancherebbero solo la parte relativa agli impianti e alla videosorveglianza, mentre l’intervento all’esterno sarebbe già concluso da tempo, tranne che per la recinzione e per la pavimentazione che si sarebbero completate successivamente alla consegna dell’opera.
“Peggio ancora! – commenta Simeone – abbiamo un immobile statale praticamente pronto per essere usato e continuiamo a pagare l’affitto degli attuali locali di corso Promessi Sposi, oltre che l’alloggio del prefetto – per un totale di 350 mila euro all’anno – Uno spreco di denaro pubblico che potrebbe essere evitato. Inoltre, proprio perché la nuova sistemazione sarebbe a costo zero per i contribuenti, potremmo dimostrare a Roma che la Prefettura di Lecco non pesa sulle tasche dello Stato e scongiurare la sua possibile soppressione”.
