Confcommercio Lecco all’assemblea generale di Roma

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ROMA – Anche Confcommercio Lecco all’assemblea generale di Roma che si è svolta ieri, giovedì 21. Insieme al presidente Peppino Ciresa c’erano il vice presidente Felice Carminati e il membro di Giunta Lucio Corti; della delegazione di Confcommercio Lecco facevano parte anche Vic Moniaci e Marco Magistretti dell’ufficio stampa.

Al centro dei lavori la relazione del presidente nazionale Carlo Sangalli che ha evidenziato la necessita di rilanciare la domanda interna, ha chiesto di ridurre la pressione fiscale, ha espresso un no secco al paventato aumento dell’Iva e ha sferzato la politica invitandola a “essere dalla parte delle imprese e del lavoro. Il tempo stringe. La risposta è urgente. Servono fatti e servono oggi perché domani sarebbe troppo tardi”. A seguire ha preso la parola il ministro Corrado Passera.

“Tra i molti messaggi logici e attesi credo che vada evidenziato il richiamo all’urgenza degli interventi da fare: il tempo è finito se non vogliamo che chiuda l’Italia – ha commentato il presidente Ciresa – Siamo ormai ai supplementari ma la sfida può essere affrontata e vinta. Le parole di Sangalli sono state nette e non lasciano spazio a equivoci o fraintendimenti. La piena condivisione espressa dal ministro Passera fa piacere, ora speriamo che si traduca in atti concreti e non resti sulla carta”.

Per Carminati invece tra i diversi punti della relazione di Sangalli “vale la pena rimarcare il tema centrale dell’accesso al credito: se le banche non fanno subito un passo verso le imprese sarà dura. Non possono pensare di attendere la fine di una crisi che è evidente a tutti. Bene ha fatto inoltre il presidente a respingere l’ipotesi di un incremento dell’Iva e a richiamare al suo dovere “lo strano governo sostenuto da una strana maggioranza””.

“La verità è che, come ha sottolineato Sangalli, l’Italia è sempre più povera – ha evidenziato Corti – Troppe famiglie fanno fatica ad arrivare a fine mese, si “chiudono” in casa e di fatto bloccano l’economia. Ma se non riparte la domanda interna non si va da nessuna parte. Le banche devono sostenere l’economia reale e il governo deve evitare di aumentare la pressione fiscale: toccare l’Iva vuol dire bloccare i consumi e ridurre nello stesso tempo le entrate”.