Il 7 luglio partono i saldi, tra crisi economica e scongiuri

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LECCO – Al via dal prossimo sabato la stagione dei saldi estivi, i ribassi tanto attesi dai clienti quanto dai commercianti, che puntano ad rinfrescare le proprie finanze, chi con il risparmio sugli acquisti e chi, invece, con un incremento delle vendite, in un’annata fin ora poco positiva per gli esercenti.

“I saldi più importanti per noi sono quelli invernali – spiega Felice Carminati, presidente della categoria Abbigliamento e Calzature di Confcommercio Lecco – però quest’anno è innegabile che l’appuntamento estivo sia molto atteso. Vista la crisi generalizzata che il Paese sta vivendo questi saldi possono essere un’occasione per tutti. Per i commercianti che puntano a recuperare posizioni e ad avere un po’ di respiro dopo una stagione difficile e per i clienti che vogliono risparmiare. I negozi seri offriranno sconti reali e permetteranno a chi fa acquisti di avere merce di qualità a prezzi favorevoli”.

Per Alberto Negrini, presidente della Zona Lecco di Confcommercio Lecco, gli sconti di fine stagione rappresentano “una grandissima opportunità per i consumatori: il commercio si è organizzato per offrire sconti di altissimo livello. Bisogna creare le giuste condizioni rimarcando ancora una volta che tra i saldi e le eventuali promozioni dei giorni prima c’è differenza”.

“Il 7 luglio – aggiunge – sarà una data “importante”: si comprerà a prezzi e condizioni mai visti. Le aziende come detto hanno pianificato questo momento: sabato sarà uno spartiacque in vista di una stagione di grandi offerte. Dato anche il particolare momento economico sono certo che i commercianti sapranno andare incontro ai clienti: quest’anno, in misura maggiore rispetto agli altri anni, avremo consumatori attenti e in cerca di affari negli acquisti. Vogliono comprare per risparmiare. Sono sicuro che il commercio offrirà prezzi favorevoli”.

A livello nazionale c’è chi invece disattende le speranze dei commercianti: il Codacons ha infatti calcolato una prossima flessione del 20% nelle vendite rispetto al 2011, con punte del 30% in alcune città; ad approfittare degli sconti sarà solo il 45% degli italiani e la spesa pro-capite non supererà gli 80 euro. 

Ad influire su tale orientamento, spiega l’associazione, sarà l’effetto Imu, le nuove tasse introdotte dal Governo, e la scarsa fiducia nel futuro economico del Paese, senza contare il crollo del 15% degli acquisti già registrato lo scorso anno.

Su tutto incombe anche l’incubo dell’innalzamento dell’Iva ad ottobre, tra i provvedimenti menzionati dall’Esecutivo, rispetto al quale la stessa Confcommercio si era detta fortemente contraria.