Presentati i primi risultati dell’Osservatorio sulle competenze nelle province di Lecco e Sondrio
“Un laboratorio permanente per far fronte al cronico disallineamento tra richiesta e offerta di competenze”
LECCO – Confindustria Lecco Sondrio ha presentato le prime attività dell’Osservatorio sulle competenze nelle province di Lecco e Sondrio. Il progetto è stato sviluppato con la collaborazione di Fondazione Adapt per delineare i contorni di un disallineamento ormai cronico tra la richiesta e l’offerta di competenze, una situazione che sta già creando parecchi problemi alle aziende che, se non viene affrontata, è destinata ad aggravarsi.
“Il nostro contesto è dinamico, così come super dinamici sono i cambiamenti tecnologici e gli accadimenti generali che influenzano il rapporto tra le aziende e la richiesta di competenze – ha detto il presidente di Confindustria Lecco Sondrio Marco Campanari -. Oggi vogliamo mappare con esattezza e in modo dinamico le esigenze delle nostre aziende. Non possiamo fermarci alla dichiarazione ‘abbiamo bisogno di personale’, dobbiamo anche trovare soluzioni che si adattino alle specificità del territorio e alle varie situazioni. Il progetto mira a costruire una solida base di dati (da aggiornare nel tempo) da cui partire per pensare ad azioni concrete. Oggi presentiamo i primi risultati di un laboratorio permanente attivo che può fornire un quadro istantaneo delle esigenze delle aziende del territorio”.

Stefania Palma, Responsabile area Education Confindustria Lecco e Sondrio, ha sottolineato come questa sia solo l’inizio di un progetto che punta a coinvolgere un numero sempre maggiore di aziende associate per costruire un osservatorio partecipato in grado di crescere nel tempo.

A entrare nel vivo del progetto sono stati Francesco Seghezzi, presidente di Adapt, e Stefania Negri, ricercatrice senior di Adapt. Questi primi dati raccolti derivano da un sondaggio di 44 domande nate da un confronto preliminare con le aziende del territorio per arrivare a individuare problematiche e prospettive. Nel sondaggio sono state sviluppate quattro aree tematiche: caratteristiche socio-economiche delle aziende associate; aziende e formazione continua; il contesto di riferimento e le figure professionali chiave per le
aziende associate.

Tra i risultati più eclatanti è che il 91,4% ha difficoltà a trovare le figure professionali chiave per l’azienda, mentre l’88,6% delle aziende organizza corsi di formazione aziendale non obbligatoria, oltre alla formazione su salute e sicurezza sul lavoro, obbligatoria per legge. Le figure professionali più difficili da reperire sul mercato locale sono gli operai specializzati o, comunque, figure tecniche specifiche. Per la maggior parte delle aziende le cause della difficoltà di reperimento è da imputare alla scarsa disponibilità delle persone a svolgere un dato lavoro, seguita dalla mancanza di competenze tecniche possedute dai candidati.

L’esigenza di nuove figure professionali è legata soprattutto in relazione all’introduzione di
nuove tecnologie. Tutte le aziende richiedono competenze trasversali che riguardano principalmente le modalità con cui viene svolto il lavoro a partire da flessibilità/adattabilità e capacità di lavorare in team. La percezione sulle prospettive future delle aziende è una difficoltà a reperire figure professionali necessarie all’inserimento in organico. Timori anche per l’invecchiamento della forza lavoro aziendale e il cambiamento dello scenario macro-economico.
“Questo è solo un primo passo – ha sottolineato in conclusione Stefania Palma -. Il progetto è da accrescere con il coinvolgimento di altre aziende, con la creazione di occasioni di confronto e con la promozione di azioni di orientamento nelle scuole. I percorsi di studio devono essere il più possibile coerenti con le esigenze del territorio per evitare la possibilità che i giovani scelgano percorsi che danno competenze difficili da riqualificare”.
Presente anche Raffaele Cesana, referente Pcto e Orientamento dell’Ufficio scolastico territoriale di Lecco che ha ricordato come il 52% dei ragazzi sceglie il liceo: “Serve un cambiamento culturale, un vero e proprio cambiamento di paradigma per abbattere gli stereotipi legati agli istituti tecnici e professionali”.