La riflessione del presidente di Confindustria Lecco-Sondrio Marco Campanari
“Prima di guardare a quanto succede fuori dovremmo iniziare a cosa accade al nostro interno”
LECCO – “Con riferimento al tema “dazi americani”, innanzitutto concordo pienamente con quanto sostenuto dal Presidente Orsini, soprattutto laddove sottolinea come l’UE debba soprattutto puntare alla riduzione di oneri al suo interno, attraverso un piano straordinario che preveda una forte sburocratizzazione, massicci investimenti (purtroppo ora emerge chiaramente il fallimento delle assurde politiche di austerity che hanno condotto i Paesi dell’UE a questo punto), e scelte strategiche più lungimiranti in campo energetico. Dovremmo, cioè, iniziare a guardare al nostro interno, prima che a quanto succede fuori“.
Così il presidente di Confindustria Lecco-Sondrio Marco Campanari sui dazi. “Quanto fatto dagli USA è certamente di carattere “straordinario”, ma non dimentichiamo che è sempre importante usare la logica ed inquadrare e ricordare i fatti e la realtà delle cose, che non succedono mai per caso. E i fatti, in questo caso, dicono che si tratta di una decisione (ovviamente legittima, seppur per noi sgradita e dannosa) arrivata dopo anni ed anni in cui l’UE, incurante della possibile reazione che ora infatti è arrivata, ha manipolato alcune leve macroeconomiche, combinando un gigantesco surplus commerciale (creato per la più parte dalla Germania) con una pesante svalutazione competitiva dell’euro che si è svalutato di circa il 26% rispetto al dollaro dal 2008 ad oggi. Se non siamo in grado di prendere coscienza di questo, non possiamo inquadrare quanto sta succedendo” ha precisato Campanari.
“Detto questo, il mercato americano vale circa il 10% del totale dell’export italiano, con un surplus importante. È più che auspicabile che il nostro governo si attivi per avviare un negoziato con Washington sui dazi imposti da Donald Trump: ne ha tutto il diritto e direi anche -tenuto conto della rilevanza- il dovere, e tra l’altro non vi è nulla che lo vieti nonostante qualcuno stia asserendo il contrario”.
“Tuttavia non dobbiamo dimenticare che il mercato unico europeo dovrebbe per sua stessa natura rappresentare l’antidoto ideale a shock esterni della domanda come questo, e la risposta europea dovrebbe conseguentemente concentrarsi soprattutto sulla crescita dell’economia interna. È importante dunque che l’Unione Europea (e la Germania più di tutti) faccia una cosa inedita e che fino ad ora non è -purtroppo- mai avvenuta: dia il via ad un sostanzioso ciclo di investimenti e lasci spazio e modo agli stati membri di sostenere la domanda interna, per costituire una robusta alternativa al mercato americano” ha concluso.