Giovedì i lavoratori incroceranno le braccia dalle 10 alle 11 per sensibilizzare istituzioni e comunità
Il sindacato: “Questi lavoratori vanno ricollocati in un’altra sede dell’azienda. Ma per ora Fomas è sorda alle nostre richieste”
CERNUSCO LOMBARDONE – Licenziamento collettivo di tutti i dipendenti per la chiusura del sito produttivo. È l’inquietante futuro prospettato ai dieci operai qualificati in forze al capannone della Fomas situato a Cernusco in via Cavalieri di Vittorio Veneto. Giovedì prossimo, 24 ottobre, i lavoratori incroceranno le braccia dalle 10 alle 11 per accendere i riflettori delle istituzioni e dell’intera comunità sulla loro situazione.
Al loro fianco i sindacalisti del Sgb, sindacato generale di base che hanno seguito la vicenda fin dagli anni scorsi. A fornire i dettagli della situazione è il sindacalista Sandro Sartorio: “Nell’ultimo incontro l’azienda ci ha comunicato l’intenzione di procedere a novembre con il licenziamento collettivo dei dieci dipendenti del sito produttivo di Cernusco. Abbiamo chiesto con forza e lo ripetiamo ora che questi lavoratori vanno ricollocati in azienda, sia a Osnago che in un altro punto produttivo di Fomas. Gli stessi lavoratori sono disponibili anche a un cambiamento di mansione pur di mantenere il posto di lavoro”.
Un anno e mezzo fa il ridimensionamento a 10 unità
Del resto già un anno e mezzo fa, quando era stato prospettato e messo in atto un ridimensionamento del sito cernuschese, questi dipendenti, tutti con un’esperienza ventennale in azienda, avevano mostrato attaccamento all’azienda scegliendo di restare. “Da 25 dipendenti si era scesi a 10 con la promessa che il sito sarebbe stato mantenuto attivo. Invece così non è stato. Fomas ha provato a vendere l’intero comparto, con una cessione del ramo d’azienda, senza però trovare acquirenti”.
“Questi dipendenti vanno ricollocati”
Nelle scorse settimane è stata comunicata la decisione di chiudere l’attività, vendere i muri e dismettere i macchinari utilizzati. Una scelta su cui anche il consigliere di minoranza Salvatore Krassowski aveva chiesto lumi in consiglio comunale a Cernusco chiedendo al sindaco Giovanna De Capitani di fare tutto quanto nelle sue possibilità per mantener questi posti di lavoro. “Per Fomas il polo cernuschese non è più redditizio. Noi ribadiamo invece che queste dieci persone non possono essere lasciate a piedi così”.
Gli operai non potrebbero neppure ricorrere alla cassa integrazione
I lavoratori non potrebbero neppure beneficiare della cassa integrazione dal momento che l’azienda ha deciso proprio di cessare l’attività. “Nelle assemblee che si sono tenute con i dipendenti è emerso che spazi di ricollocamento esisterebbero. Basta pensare che nella realtà osnaghese si fa ricorso al personale esterno perché ritenuto più flessibile. Purtroppo l’azienda si è mostrata finora sorda alle nostre richieste e alle soluzioni proposte”.
Contattati, i vertici dell’azienda fanno sapere, tramite l’ufficio comunicazione, di non voler al momento rilasciare alcuna dichiarazione dal momento che gli incontri tra le parti e le relative contrattazioni sono ancora in corso.